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sabato 30 luglio 2016

Marta da legare

Fiumi di immagini, voci e inchiostro su Marta Marzotto. Come sempre.
Non si è spento il suo sorriso, non possono spegnersi i riflettori.
Perché lei continuerà ad essere ammirata e amata. Perché lei è nell’aria che vogliamo respirare. Perché lei è una lezione che sfida epoche e geografie. Perché lei è una fiaba destinata a non morire.
Non ti scimmiotterò mai, Marta. Non ci riuscirei. E neanche dovrei. Non lo vorresti, tu, simbolo della personalità e della libertà ‘giusta’. Si, giusta.
Hai fatto il tempo, non l’hai attraversato. Hai vissuto, davvero. Hai mostrato al mondo la tua natura, autenticamente. Hai incarnato a meraviglia la passione, la tenacia, l’energia, l’entusiasmo, il coraggio.
Che Donna.

Marta da legare fuori da qualsiasi gabbia. Chapeau.

sabato 23 luglio 2016

Un mondo di boia

Tutti prontissimi, a giudicare e condannare.
Certo, contro la violenza è facile ergersi al rango di corte suprema, sentirsi dalla parte del giusto, farsi coraggiosi e determinati.
Tutti prontissimi, quelli che poi non tendono una mano alle vittime neanche a morire. Quelli che se la fanno addosso dalla paura se nelle loro vicinanze si annida qualche pericolo, se si trovano faccia a faccia con un duro arrabbiato.
Tutti prontissimi, quelli che non vogliono saperne, di conoscere la verità. Quelli che vedono la realtà solo dal loro miserabile partito preso.
Mica si tratta di giustificare chi uccide o fa del male, per carità…
Appunto, però, vorrei che gli altri non facessero altrettanto, fossero più lucidi e meno cattivi. Il mondo sembra zeppo di boia, accidenti. Del tutto privi di onestà intellettuale, di rigore morale, di dubbio umano. Macché. Dito sul grilletto come nel Far West ma in versione tastiera.
Una specie di legge del taglione, sommaria e inconsulta.
Eppure non siamo che un branco di smidollati codardi, ignoranti, insensibili. Non abbiamo neanche la vaga idea della storia, della geografia, della politica, della psico-sociologia dei drammi, siamo solo capaci di fare i killer virtuali.
Strisciamo appena la notizia e via di likes e commenti compulsivi. Comodi comodi, via divano insomma.
Senza scrupoli, senza pudore, senza dignità.

Io ho più paura dei boia del web che di quelli in carne ed ossa.

venerdì 22 luglio 2016

P. Cavallari: Il grande Charlie

Quella di Paola Cavallari è una fiaba per tutte le età, per chi ama gli animali, per chi guarda il cielo in cerca di una luce a forma di sorriso.
Perché Il Grande Charlie è un racconto tenero e leggero capace però di emozionare e commuovere, di accarezzare le nostre fantasie fino quasi a farle sembrare realtà.
Xian dei von Kastelowe, Grande Charlie, altri non è che il yorkshire terrier di Fiore, un bravo e gentile bambino che cresce con il ricordo delle lezioni del nonno adorato.
Grande Charlie si ritrova protagonista di una curiosa e avventurosa missione, insieme alla Compagnia della Cuccia, per fare un dono speciale a una cagnetta meno fortunata.
Attraverso una narrazione fluida e garbata la Cavallari ci fa incontrare una galleria di personaggi a due, quattro o più zampe che -con il Grande Charlie- tessono la trama dell'amicizia, dell'amore, del soccorso. 
Trionfano il bene e l'audacia, insomma. Ma a farla da padrona, sopra ogni cosa, è quella vita che
corre tra umani e animali, tra combinazioni più o meno probabili, tra sogni e slanci di generosità.
E' divertente, dolce e brillante, il Grande Charlie. E poi, diciamo la verità, tutti crediamo che i nostri beniamini cani e gatti abbiano un'intelligenza straordinaria e un linguaggio speciale per comprendere tutto, dialogare fra loro, intercettare i nostri pensieri!
Ecco, Paola Cavallari raccoglie con animo sensibile il candore, lo slancio, la forza dei nostri amici pelosi e ci regala una lettura piacevole e rasserenante. Bella anche la figura del piccolo Fiore coccolato dalle illuminate memorie del nonno.
Il Grande Charlie di Paola Cavallari, ARPANet.

martedì 19 luglio 2016

Grazie, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Grazie, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Grazie per quello che siete stati, per quello che avete fatto.
Grazie per la memoria forte che ci avete lasciato.
Grazie.
Certo mi vergogno, ogni volta che penso che non vi assomigliamo abbastanza.
D’altra parte avete tantissimo ancora, da insegnarci. Credere in voi non serve solo a non farvi morire mai del tutto, è una possibilità di speranza negli uomini e nelle donne di questo Paese.

Grazie.