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martedì 15 novembre 2016

Sogno di diventare ricca

Direte che ho poca fantasia, lo so.
La verità è che la ricchezza non è mai stata un mio sogno e anche al risveglio, a occhi aperti, pensavo non valesse affatto la pena di inseguirla.
Insomma contava riuscire a vivere senza pesanti affanni economici.
Oggi invece sogno di diventare ricca. E vorrei realizzare il sogno per misurarmi e misurare la mia coerenza. Terrei per me qualcosa in più di quel che serve a una vita senza affanni, lo dico, perché vorrei tranquillità, libri, cucina, teatro, cinema, musica senza limiti, e cercherei di garantire la medesima situazione ad altri.

Ecco, credo che sia bellissimo poter sollevare qualcuno dagli assilli economici. I denari a questo sono utili, talvolta addirittura indispensabili: a creare le condizioni di pensieri sereni. Non tiro in ballo la bontà, badate bene, ma la serenità. Perché solo così, sogno e penso, potremmo tutti godere un po’ di questo brevissimo passaggio che è la nostra esistenza.

giovedì 10 novembre 2016

Che vuoi che sia

Che vuoi che sia, il nuovo film di Edoardo Leo, punta il dritto nella nostra pancia social, quella dei selfie, di facebook, dei porno on line, della celebrità virtuale e della ‘dignità liquida’.
Lo fa con i toni di una commedia, brillante ma non troppo, che ci mette a nudo. Nel tempo della crisi, non solo economica, e delle strabilianti ma difficilmente gestibili vie di internet, i protagonisti – Edoardo Leo e Anna Foglietta – devono decidere se risolvere i loro problemi e potersi conquistare un figlio e un lavoro affidando la propria intimità a una web camera sparata sulle aspettative del popolo della rete.
Il crowdfunding tentato dall’ingegnere informatico Edoardo Leo per creare una piattaforma che metta in contatto utenti e professionisti e in grado di recensire il mondo delle imprese e dell'artigianato (lavoradvisor) fallisce miseramente, tutti sono molto più interessati al sesso e alle sue versioni disponibili su pc e smartphone. Il dilemma di Leo e Foglietta è tra rimanere fedeli a se stessi senza lasciarsi travolgere da quella dimensione impietosa e i 250.000 euro che garantirebbero loro una start up di vita.
Lo zio della Foglietta, magistralmente interpretato da Rocco Papaleo, è un po’ la quadratura del cerchio della trama. Papaleo incarna infatti una generazione estranea e restia a quel meccanismo di likes, followers e comunicazione virtuale ma al tempo stesso perfettamente calata nelle logiche del mondo e dell’esistenza stessa. Forse in bilico, sicuramente ironica, a tratti sentimentale a tratti disincantata. L’attore giusto al posto giusto, un Rocco Papaleo che fa ridere e riflettere.
Nel baraccone pure genitori di Leo e Foglietta, troppo probabili o improbabili, controversi come siamo tutti nella verità di un terzo millennio tanto avanti e tanto indietro, dove ‘in qualche modo si farà’ ha declinazioni scivolose per chi ha i piedi qui e ora. Meglio ieri, meglio oggi, chissà.
Intanto la coppia va in tilt. Almeno per un po’. Quanto basta per capire che l’amore non si cancella, fortunatamente, con un click come un account.
Ma non è ancora finita perché un cellulare si rompe e tutto, forse, può prendere un’altra piega.
Ci siamo dentro tutti, nella nuova società della rete. Lambiti o centrati in pieno da Che vuoi che sia.
<Tu cosa saresti disposto a fare per 250.000 euro?>. A questa domanda si sente chiamato a rispondere tutto il pubblico in platea.

Una nota sulla cifra: parliamo di 250.000 euro, non di milioni di euro. Non è un aspetto del tutto secondario e non credo sia una scelta casuale, anzi.