Dylan
era il tuo sguardo sul mondo, la tua guida nelle vie della vita.
Era
addestrato, Dylan. Un cane per ciechi, di quelli che diventano luce nel buio,
sostegno nel cammino, speranza nella disperazione.
Serio,
attento, diffidente, per proteggerti. Mai un passo falso, mosse eleganti e
prudenti, fiuto infallibile.
Ma
a casa Dylan, chiusi fuori dalla porta molti pericoli, diventava un
giocherellone. Il tuo giullare, dicevi. Sembrava addirittura suonasse qualcosa
per te quando ti abbaiava in quel modo inconsueto…
Dylan
ti guardava come se tu potessi vedere la sua dedizione, il suo trasporto, la
sua gioia. Dylan, sempre al tuo fianco. Dylan, intelligente, sensibile,
prezioso. I miei occhi,
lo chiamavi talvolta, affettuosamente. Era la tua bussola!
Quando
è morto hai pianto lacrime incontenibili. Ripetevi che vi eravate amati troppo
per potervi separare…Non era solo i
miei occhi Dylan, dicevi. Dylan era un amico.
Hai
accettato Rudy con rabbia, solo perché ti servivano i suoi occhi. Ma non volevi
legarti a lui, non volevi ci fosse complicità oltre quella necessaria, non
accoglievi il suo muso tra le mani come facevi con Dylan. Lui non era Dylan e
questo bastava a irrigidirti, a non offrirgli l’opportunità di arrivare al tuo
cuore. Usavi un tono brusco con Rudy e, appena potevi, gli lasciavi intendere
che non avevi bisogno di lui.
Ma
Rudy ha aspettato. Ti è stato accanto con ostinata ma delicata pazienza.
Ubbidiente, straordinario, zelante ma quieto nell’entusiasmo, discreto,
silenzioso. Quand’eri triste e stanco sulla tua poltrona in salotto Rudy ti
appoggiava una zampa sulle ginocchia, proprio come Dylan…
Rudy
ti ha accompagnato sereno e clemente. Ha atteso, con garbo e lealtà. Passo dopo
passo, fatica dopo fatica, aiuto dopo aiuto. Fedele e speranzoso.
Fino a quel terribile temporale. Avevi paura tu, dei
temporali. I tuoni fragorosi ti mettevano addosso una brutta inquietudine. Rudy
si è avvicinato, ha cercato le tue mani perché tu accogliessi il suo muso…Tu,
come facevi con Dylan, l’hai accolto, finalmente. E l’hai stretto a te,
piangendo. Scusami Rudy, hai mormorato. E ti è parso per un attimo che Rudy
abbaiasse come Dylan, una musica solo per te.
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