La
poesia del dopo ha le rime del sollievo. E’ leggera, ha il profumo della pace. In
quello che temiamo e non capita, nella sciagura evitata ci sono tutte le
melodie del mondo. I muscoli che si distendono, il sorriso che non finisce più
di allargarsi, le mani che smettono di tormentarsi.
Che
tra un verso e l’altro quasi dimentichi quello che hai sofferto, l’angoscia che
mordeva, il cuore che saltava via. Ti tocchi e ci sei, intero. Proprio come
quando guardi l’arcobaleno dopo il temporale e pensi che c’è sempre la luce
dopo un tunnel.
Se
mai resta lo specchio, a ricordarti che tutti i prima e i durante restano sulla
pelle. Che l’anima ha proprio le stesse rughe. Che la vita non ti restituisce
la serenità che hai perso. Ma a te basta, deve bastare, avere un’altra pagina
davanti. Fuori dalla tortura. Anche solo per il tempo della speranza.
Finché esiste un dopo abbiamo anche una speranza.
RispondiEliminaInfatti...
EliminaChe sospiro questo post, Irene... è bellissimo!
RispondiEliminaPrish
Grazie, Prish!!!
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