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giovedì 24 marzo 2016

Il dolore che ride

Non è facile allargarsi in un sorriso, tirar fuori l’umorismo, fare autoironia.
Il dolore che sconquassa non è lì debole e accondiscendente a prendersi le tue carezze. Ti urla addosso l’altra verità, quella che secca pure le lacrime.
Vie di fuga non ne vedi, la tua ombra accartocciata a terra è tutto quello che ti è accanto. Perché nessuno, nessuno, porta via un poco della tua disperazione. Neanche per illuderti. Non puoi che starci dentro, nella realtà. Mica a scansare i colpi, no, solo a guardarla in faccia mentre ti malmena.
Alla fine proprio tutte quelle botte fanno bene. Sei talmente intontito che ridi, ridi perché non hai altro male che può arrivarti addosso. Ridi perché sei libero di non poterne più, perché è così assurdo quell’assedio…Perché davvero ti trovi comico, rannicchiato nel pudore, nello sconforto, nella paura. Sei in frantumi e le mani iniziano a giocare con i pezzi e la colla immaginaria.

La risata parte bislacca, a singhiozzi, stridula. Poi si fa dolce, dolce, dolce. Finalmente torni a piangere e sei ancora vivo. Lo porti allo specchio, il dolore. Lui ti ride contro ma tu ridi più forte.