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giovedì 31 dicembre 2015

Evviva

Capita, di svegliarsi con un evviva in testa.
Forse perché il cuscino della notte ha tenuto in caldo i bei sogni o perché il cielo dalla finestra fa l’occhiolino.
Bisogna pensarci. Mettere i piedi giù dal letto con grazia, sorridere al mondo e affacciarsi alla colazione come fosse un banchetto festivo. E’ la maniera per ingraziarsi i buoni auspici e dilatarli nelle ore, è il senso di marcia che il passo non vedeva l’ora di imboccare.
E bisogna continuare. Continuare a pensarci fino a sera. Perché le coperte ben rimboccate, gli occhi ridenti, il corpo appagato, il cuore carico, lo conservino per l’alba successiva.
Mica si chiama ottimismo. E’ la storia della buona volontà. Quella che insegna a mettere l’anima in ogni secondo, di respiro in respiro. A maniche rimboccate, a intelletto limpido.
Che sensazione meravigliosa: evviva. Sono qui e godo. Godo per tutto quello che posso vedere, sentire, fare, dire. Godo perché non mi tiro indietro. Godo perché cerco il filo dell’armonia. Godo perché avverto tutta la stanchezza delle energie non risparmiate.

Capita, di capire che evviva è una scelta.

domenica 27 dicembre 2015

Tutti gli anni finiscono

Belli o brutti, buoni o cattivi. Finiscono.
Gli anni finiscono come i giorni, i mesi, le stagioni. Sempre per lasciare il posto a quelli dopo. Per insegnarci che niente è per sempre e che il tempo non si ferma mai. Le rughe, gli eventi, i ricordi, si accumulano, qualche volta si mescolano e si dilatano altre volte corrono paralleli o giocano a nascondino.
E a ogni fine ci ostiniamo a pensarci. A quello che è stato e a quello che sarà. Come se potessimo, potessimo davvero, tenere il filo o cambiare pagina.
Forse è questo il senso dei diari, dei progetti, della memoria e dei desideri. L’idea di avere le mani sulla vita, nella storia.
Allora più che propositi ho sogni presenti. Nulla intorno al quale impigliarmi e niente da vagheggiare con grandi dichiarazioni di volontà. Solo passi, momento dopo momento. Perché non ci sono sorrisi che voglio perdere o rinviare. Non posso permetterlo, non posso permettermelo, tutto qui.
E un po’ di entusiasmo, lo so, mi metterà le ali.

sabato 5 dicembre 2015

Oltre l'ombelico

Sono proprio belle le persone che vanno oltre il loro ombelico.
Sbagliano, piangono, barcollano ma stanno dentro la vita e sanno cos’è. Ascoltano il suo battito invece di misurarsi il proprio.
Non hanno le giornate facili, c’è sempre un problema che stringe loro la gola. Hanno più sogni che possibilità di realizzarli.

Ma proprio per questo sono vere, si divertono con poco, ti abbracciano quando ti incontrano, sanno sorridere pure del loro affanno.