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sabato 20 dicembre 2014

Superfluo

Non vediamo solo con gli occhi, non sentiamo solo con le orecchie, non parliamo solo con la bocca.
Non è così banale. Anzi. Che i sensi collegati sono la virtù. Quella cui a volte, forse troppe, diamo davvero poco spazio e peso. Tutti presi da chissà che. Tutti imbambolati su quello che fugge. Tutti persi dietro il dito mentre la luna resta lì, bella e desolata nel cielo blu.
E quando arriva l’attimo, quello che credevamo di desiderare con tutte le forze, ce lo soffia via la noncuranza. Accidenti, a dirsi sbadati non si fa peccato ma non si recupera. Via, di corsa, andiamo ad acchiapparci le uniche cose per cui vale la pena averla in dotazione dalla natura, la virtù. Poche. Proprio poche. Che tutto il resta è noia. Lo so, l’hanno già cantato. Ma è bene ripeterlo.

Quello che non conta talvolta è la vera zavorra.
E’ ciò di cui dovremmo sbarazzarci. Per ripartire più leggeri. E più liberi. Più liberi. Più liberi! Già. Non ce ne accorgiamo, forse, ma riconoscere cosa è superfluo è il primo passo per uscire dalla schiavitù.

lunedì 15 dicembre 2014

Ghostwriter

Quello che rinuncia al suo nome sulla copertina.
Già, spesso è così che viene identificato il ghostwriter. Io non la considero una rinuncia ma colgo il senso (o la sensazione). E quasi mi piace. L’idea che la passione, e naturalmente la professionalità, vengano ben prima di quella gloria mi gratifica e mi calza a pennello. Non che io non abbia una storia nel cassetto, anzi, ma c’è tempo. Francamente mi preme assai più quella altrui, l’universo nel quale ho il privilegio di entrare, il percorso che mi è dato compiere, la sfida che mi tiene incollata all’entusiasmo e alla speranza.
Ecco, quello che mi inorgoglisce o mi rasserena è che neanche per un secondo ho pensato al ghostwriting come ripiego a chissà quale sogno non realizzato. Al contrario. Quello che mi ha mosso e mi anima è quel fuoco lì, quello di essere in missione. Abbraccio l’autore e la creatura che mi consegna e parto.

Che fortuna compiere viaggi su viaggi.

lunedì 8 dicembre 2014

Ciao Mango

Era estate, ero ragazzina. La vacanza era un concentrato di meraviglie. E la tua voce era tra queste. Che venivamo al tuo paese, ci appostavamo sotto casa tua e tendevamo l’orecchio. Già, tu provavi e a noi piaceva. Ascoltarti e essere a un passo dal cantante che stava diventando famoso.
La poesia di Armando e tua resterà.

Che bello per te, andarsene in Oro…