Piazza
Martiri gremita accoglie Beppe Grillo. L’avanzata del Movimento a 5 stelle è
inarrestabile. Comunque la pensiate, io c’ero. A sentire Beppe Grillo, i
candidati di zona, gli umori della piazza. Lo spirito generale era veramente
entusiasmante, và detto. Perché mancavano gli slogan, perché le parole sono
diverse da quelle del “politichese”, perché il primo invito dal palco è quello
di non delegare al Movimento, di non aspettarsi che qualcuno risolva i problemi.
Aria di cittadinanza, questo si respirava.
Grillo
lo dice, lo ripete, lo urla instancabilmente. Informazione e partecipazione.
Senso di comunità, che meraviglia!
D’accordo,
lui ha carisma. Arriva, eccome se arriva. E in tempi di nero gelo scaldare il
cuore è molto, moltissimo…
Ma
il Movimento 5 stelle è anche programma, voglia di fare, rivoluzione civile. Con
profonda e seria preparazione sui grandi temi e incontenibile istinto alla
pulizia e, finalmente, al benessere autentico. Questo significa enorme lavoro. Perché
quello che invoca Grillo con il Movimento a 5 stelle è la presenza attiva: il
cittadino di Grillo è informato, ha una voce, gioca la partita.
Prescindendo
dalle mie scelte politiche, e anche dalle vostre, il fatto che gli altri
partiti siano terrorizzati da Grillo, peraltro dopo aver prima cercato per anni
di snobbarlo, fermarlo o intralciarlo, depone a loro sfavore. E’ la conferma di
una politica che non vuole coinvolgimenti umani, sociali, culturali. E’ l’ennesima
dimostrazione di una distanza abissale dalla vita reale. E’ la bruttissima
immagine di una politica che non vuole partecipazione popolare e non
rappresenta dunque la volontà popolare.
Questa
volta alle urne dobbiamo arrivare da cittadini. Per scegliere. E poi per
continuare ad esserci. La democrazia non è una passeggiata, bisogna crederci e
difenderla, lavorare e lottare. Ci vogliono dignità, sacrificio e senso di
appartenenza alla comunità.
Le
alleanze. Ecco, le alleanze. Qui discutiamo di numeri perché nessuno
probabilmente ne avrà abbastanza per reggersi sulle proprie gambe. E allora
bisogna capire dove vorremo andare, su quali interventi si potrà discutere, su
quali principi e obiettivi non si dovrà transigere. E’ l’aspetto più arduo,
certamente. Ma dobbiamo aver paura di chi ha dato per decenni pessima
testimonianza di politica o di chi prova a rimboccarsi le maniche con un po’ di
amore per il nostro Paese?
Le
valutazioni sono davvero delicate e difficili. Per noi italiani più che per
qualsiasi popolo al mondo. In primis perché dobbiamo recuperare il concetto di
Italia e di popolo. E secondariamente perché ci hanno abituati a ragionare con
le logiche della pessima politica da equilibrismi, accordi pro spartizione,
bilanciamenti di interessi.
Eppure
dobbiamo farci animo e decidere. A testa alta e occhi ben aperti.
Anche
le rotture qualche volta sono inevitabili. E salvifiche.
E’
dura, penso. L’Europa, l’America, i vecchi schemi, la crisi economica: un voto
al Movimento a 5 stelle non è un voto alla tradizione che si perpetua, a destra
o a manca…
L’appuntamento
del 24 e 25 febbraio 2013 è un appuntamento epocale.
Chi
voterò? Non provate a indovinare, ancora non lo so.
vota m5s cazzo....
RispondiEliminaCondivido quello che hai scritto, proprio per questo voterò Rivoluzione Civile, ma non guardo male chi vota Grillo, ci sono delle tematiche comuni, sulle quali spero si lavorerà insieme.
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