Comunque
la pensiate, sarebbe bello leggeste Il Grillo canta sempre al tramonto di Dario
Fo, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo.
Non
per conoscere o apprezzare il M5S ma per compiere un viaggio di riflessione
culturale. Essenziale e immediato, come una conversazione improvvisata tra
amici, il percorso di Fo, Casaleggio e Grillo è importante per tutti. Favorevoli
e contrari, intendo. Perché è un dialogo tra desiderio e verità, passato e
futuro, politica e sociologia.
Perché
è un concentrato di domande e risposte assolutamente avvincenti per chiunque viva
a disagio nei riferimenti economici e sociali della nostra epoca.
Perché
è uno splendido spiraglio di luce per chi brancola nel buio di un tempo
francamente mesto.
Perché
usa la nostra lingua. Perché più che coccolare un sogno romantico, già cosa di
per sé non miserabile, accarezza la bellezza di una realtà possibile.
E
soprattutto perché vola alto. Ecco, si, vola alto. Ed è proprio questo il
punto: comunque la pensiate, non vi potreste trovare umanità strisciante ma
respiro d’ali.
Quello
che trovo triste, delirante e avvilente del nostro Paese ufficiale è proprio,
viceversa, l’orizzonte asfittico. Saranno stati i denari, le ansie di potere,
la bassezza morale a ridurci a un groviglio di malesseri, corruzioni e
disastri?
Lasciamo
andare le congiunture sfavorevoli, per favore. Mezzo mondo, o il mondo intero,
è in crisi per ragioni (dis)umane. All’Italia poi manca forse da sempre la
saggezza della lungimiranza, della misura, dell’onestà. Manca un progetto di
popolo. O, addirittura, un senso di popolo.
Altro
che protesta o alternativa. Il M5S ha colto innanzi tutto il grande vuoto e in
questo, accidenti, c’è già una dose di sensibilità che fa impallidire i nostri
minuscoli statisti. Chi sta lì a fare le pulci al programma non ha proprio
capito che non c’è libretto di istruzioni per inseguire la “giusta felicità
comune” e che verso la libertà dobbiamo incamminarci tutti insieme, sudando.
Non
c’è una proposta da condividere. Non ci sono posizioni dalle quali prendere con
veemenza le distanze. Il Grillo canta sempre al tramonto è una boccata di
ossigeno per le anime che non trovano più pace nello squallore intellettuale
della “politica” del nostro sistema. Tutto qui. Da quelle pagine non dovete
uscire elettori del M5S ma cittadini e, prima ancora, persone con entusiasmo,
fiducia, dignità. Uomini e donne capaci di fare, chiedere, sapere, decidere.
Uomini e donne che possono e devono scegliere dove andare e come. Uomini e
donne che dicono basta. Basta al profilo meschino, alla testa bassa, al
panorama corto, alla vita di qualità mediocre.
Oltre.
Iniziamo a vedere oltre guardando quello che siamo e quello che abbiamo. Naturalmente
ben sotto l’effimero che rischia di accecarci, per sempre.
Visto
che non sono una voce del M5S posso augurarmi accogliate l’invito alla lettura.
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