Io
ho tanto bisogno di compagnia quanto di solitudine. Amo il rumore quanto posso
amare il silenzio. Salvo speciali affinità, se desidero toccare davvero
qualcosa devo essere sola.
Che
senso ha mescolare mille sensazioni senza che nessuna abbia spazio per essere
goduta davvero?
Non
siamo fatti per vivere in un momento solo tanti momenti. Il pensiero chiede
devozione. D’altra parte rispettiamo le cose quando rispettiamo noi stessi,
quando ci diamo il tempo di una relazione con loro, quando smettiamo di
arruffare parole e gesti, quando non infiliamo la vita in un calderone.
Se
mai un momento può condensare così tante emozioni e occasioni da valerne dieci
o cento o diecimila. Ecco, per accorgercene dobbiamo esserci dentro tutti
interi.
E
poi, diciamolo, c’è un’intimità della scoperta che non possiamo in alcun modo
raggiungere se non ci troviamo sperduti e muti…
Ci
sono energie che sprigioniamo o catturiamo solo così, nel buio assorto, nella
campagna desolata, sulla spiaggia deserta, in cima alla montagna silente.
Specie se camminiamo, scaricando sulla fatica le tensioni, ci allontaniamo
dalla smania di mescolare brividi e risate, prendiamo le distanze dalla
tentazione di stritolare tutto nella superficialità.
Capire
le cose è molto più che incontrarle. Per questo dobbiamo dedicare loro molto
più di uno sguardo.
E
per questo “Soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le
cose” (Pier Paolo Pasolini).
Perché la tentazione di sfiorare qualunque cosa ci passa di fronte è spesso assolutamente irresistibile. Anche quando la quantità ci travolge cerchiamo comunque, sempre, incessantemente "di non perdere nulla"... perché domani potrebbe non esserci più e potremmo sentirne la mancanza, perché abbiamo vissuto in ere storiche o fasi della vita dove anche l'abbondanza di momenti da ricordare era rara.
RispondiEliminaIn un certo senso, l'abbondanza di momenti diventa più importante dei momenti in se, la superficialità un prezzo pagabile. Come l'abbuffata alla taverna, le quaranta diverse parti di un fritto misto rispetto al singolo piatto di una cena intima, il singolo bicchiere di birra artigianale rispetto al litro di bionda da spillatore fieristico, lo stomaco e l'anima.
Eh si Chris, bellissime riflessioni le tue. Tutto sommato anche cercare "di non perdere nulla" è umano. Peccato che talvolta ci travolga a tal punto da farci perdere quasi tutto perché più che vivere momenti li consumiamo...proprio come la birra scolata e non gustata ;)
RispondiEliminaBeata solitudo, sola beatitudo... la capacità di stare con gli altri, di riconoscerli e comprenderli, è possibile solo se prima si è capaci di essere soli.
RispondiEliminaOh già Pim ;)
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