Spesso
penso ci affligga una grave carenza di passione.
Non
dubito continui ad assisterci l’infinita chance della creatività (ben diceva il
grande Einstein “la logica ti porta da A a B, l’immaginazione ti porta
ovunque”), trovo si disperda in mille inconsistenti rivoli, non venga
valorizzata e indirizzata a qualcosa che lasci il segno, non sia colta in tutta
la sua energia verso un risultato. E, badate bene, non intendo un traguardo arrivati
al quale sedersi beati ma una continua aspirazione, una brama gentile e
laboriosa, uno stimolo ardente e tenace.
Ecco,
dai traballanti trampoli dei miei 53 anni mi accorgo di guardare molte volte i
giovani con una sorta di lieve ansia, di tristezza, di preoccupazione. Ne colgo
un deficit di entusiasmo e di carica, di amore, di tensione. Io la chiamo
passione quella cosa che porta la creatività a realizzare bellezze, utilità,
novità, bontà.
E
allora davanti a Scarlett Johansson di Stefano Bruno, un disegno che fa appena
l’occhiolino sull’home page di facebook, faccio un salto e sorrido. Esulto!
Non
basta congratularsi, neanche serve forse.
Bisogna
esserne contenti. Capire che c’è ancora qualcosa che pulsa e si esprime.
Mica
sono un’esperta. Sono solo un’osservatrice e, nel portrait di Scarlett
Johansson realizzato da Stefano Bruno, scorgo bravura ma soprattutto pazienza,
grinta, dedizione.
Per
me sono parole e valori bellissimi. Speranze, orizzonti, possibilità.
Queste
sono emozioni. E le emozioni sono il motore del mondo, della vita, del
pensiero.
Mi spiace. Mi spiace che il
mio parere non possa consacrare l’arte e impalmare un ragazzo al palcoscenico
degli artisti. Del resto neanche credo sia questo, il punto vero. Se Stefano
Bruno ha la passione, quella autentica, farà la sua meravigliosa strada. Il
punto che mi sta cuore è essermi fermata un attimo e aver scritto queste righe.
È un piacere. È un dovere. È la prova che possiamo non essere insensibili e
indifferenti, che abbiamo sempre voglia e bisogno di riconoscere quello che
merita di essere riconosciuto.
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