Questa
non è campagna elettorale. Posso scrivere del PD come del Movimento 5 Stelle o di
Fare per Fermare il Declino. Ascolto e osservo tutto e tutti.
Al
di là della drammaticità del periodo ci sono una serie di “sentimenti diffusi”
che fanno tremare i polsi: vanno dalla rassegnazione allo sconforto, dal
disgusto fino alla rabbia. L’antipolitica. L’assenza di speranza culturale e
sociale. La fragilità del tessuto umano collettivo.
A
Novara ieri c’era Matteo Renzi che, con il sindaco della città Andrea Ballarè, sosteneva
i candidati PD del collegio locale. La lezione di Matteo Renzi alle vecchie concezioni
della brutta politica è quella di un modello etico ed estetico non sbrodolato
in parole ma in comportamenti, di lealtà e di impegno. D’altra parte il suo
profilo all’americana è uscito chiaro pure agli scettici dopo la sconfitta alle
primarie.
Premesso
e assodato questo, la lettura dell’art. 3 della Costituzione in termini di uguaglianza
sostanziale e non di egualitarismo è il passaggio chiave che sdoganava il
centro sinistra proposto da Renzi dalle resistenze del passato, dal limite storico
e dalla inconciliabilità con la realtà, non solo economica.
Il
Paese giusto promesso da Bersani nei manifesti della campagna elettorale PD
potrebbe dunque essere un Paese che tende e lavora per l’uguaglianza
sostanziale.
Ovviamente
è una sintesi estrema la mia. Ma ogni cittadino, questa volta, forse valuterà
più di tutto, le vicinanze sostenibili. Le idee, come ideali, e le concretezze
nel contesto del nostro Paese, dell’Europa e del mondo. Qualcosa che incontri
quanto più è possibile tanto la nostra aspirazione quanto il buon senso e la
fattibilità. Ci sono i programmi, certo. E, innanzi tutto, ci sono le urgenze,
molte, e le strade da imboccare. Dobbiamo affidarci in qualche modo a un
guidatore però adesso dobbiamo salire sul mezzo e viaggiare con lui.
Ecco,
la partecipazione. Comunque la pensiate e quale che sia il simbolo al quale
darete la preferenza alle urne avrete maturato questa nuova consapevolezza. Quella
di dover sapere e capire, quella di voler seguire, quella di esserci.
Racconto
quello che ho visto ieri proprio perché è stato un trionfo di “presenze”. Tante,
tantissime persone davvero.
Erano
tutti simpatizzanti del PD? Non lo so, forse si forse no. E non importa se io
lo sia. Forse si forse no. A me è piaciuta quell’affluenza massiccia e attenta.
Desidero ritrovarla venerdì 15 febbraio quando a Novara arriverà Grillo. E mi è
spiaciuto perdermi Montezemolo intervenuto il 6 febbraio per Scelta civica con
l’Italia di Mario Monti: so che anche per lui la
Sala Borsa era gremita.
La
delega allegra ci ha ridotti in mutande. Ma, soprattutto, ha messo in serio
pericolo la nostra dignità di cittadini. Ora il diritto dovere di cittadinanza
non dobbiamo più metterlo a rischio.
Il
futuro è green economy e beauty economy come diceva Renzi ieri e come è
sostenuto da più parti? E’ anche questo, sicuramente. Finalmente ci siamo
ricordati che per l’Italia green e beauty sono una straordinaria bandiera
naturale. Altro che oro e diamanti, brillano di più. “Valorizzare le nostre
eccellenze” recita anche l’agenda Monti.
E’
indubbio, non abbiamo sfruttato le nostre risorse. Ma oggi sbalzati fuori dall’era
industriale siamo pronti a farlo? La domanda non è per i leader politici, loro
una risposta l’avrebbero data. Tocca a noi rispondere. E così via…con le
domande e le risposte. Perché districare la matassa dei pensieri pre elettorali
è anche questo: presentarsi all’appuntamento con noi stessi.
Stasera, dalle mie parti nel torinese, Cesare Damiano. In un bar. Non in una sede di partito, in un circolo, ma in un bar.
RispondiEliminaSuma bin ciapà...
Suma bin ciapà è vero...
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