Mesi
fa, mentre partiti e pensatori prezzolati lanciavano l’allarme per la delusione
che avresti rifilato agli italiani, ho espresso il serio rischio che alla fine
il deluso potessi essere tu. Tu e quelli che credevano in un popolo “pronto”.
Ribadisco,
repetita juvant, ai lettori che non ne faccio questione di scelta politica. E’
sostanza culturale, civile e giuridica, questa. Il punto non è condividere “programmi”
ma scegliere tra cittadinanza passiva e attiva, tra affidamento al “sistema” o
concepimento e partecipazione a un nuovo corso della storia del Paese.
Su
questo però, caro Beppe Grillo, qualche responsabilità dovete assumervela
altrimenti si sgretoleranno davvero molte speranze di cambiamento sociale.
Ha
ragione Debora Serracchiani: gli italiani hanno bisogno di leader. Non sono
cittadini maturi, non sono riusciti a diventarlo e i partiti hanno lavorato
bene perché non lo diventassero dal 1948 ad oggi. E allora il M5S, piaccia o
non piaccia, deve avere un leader anzi, deve averne due. Uno c’è, d’accordo,
sei tu. Ma tu sei un perfetto leader emotivo, da piazza. Adesso il M5S siede in
Parlamento e serve dunque che abbia un leader “istituzionale”. Poi ti occorre,
lo ripeto, un comunicatore giuridico. Il tuo blog è emotivo come te, fai
gestire a qualcuno del Movimento un blog di “educazione civica” alla
democrazia.
Il
PD ha dimostrato, ecco appunto quanto sia condivisibile l’affermazione della
Serracchiani, che senza un leader a Roma arriva l’armata Brancaleone. Il PD ha
dimostrato che non ha alcuna autentica e limpida connotazione
culturale-giuridica.
D’altra parte il PD non vi ha accolto a braccia aperte anche perché non ha potuto riconoscere
il sentimento popolare. Nel PD non giudicano cittadini quelli del M5S ma
contestatori. E non puoi davvero immaginare che questi vecchi volpini (volpi
politiche non sono, per carità, ma almeno volpini bisogna concederglielo) non
conoscano un po' i loro polli.
Senza
offesa ma l’italiano odia le lotte e ama le scorciatoie, caro Grillo. Se
capiscono che la democrazia si deve sudare ti voltano le spalle in un
nanosecondo. Figurati poi se non lo prepari a puntino cosa ti combina!
Questo
il PD l’ha provato sulla pellaccia un numero quasi incalcolabile di volte.
Ecco
perché per un attimo mi sono augurata potesse salire al Colle il prof. Stefano
Rodotà. Sarebbe stato un Maestro, per voi e per noi, di diritto, democrazia,
laicità, libertà. Però, credimi, anche molti di quelli che su facebook (la
mitica rete) convergevano appassionatamente su Rodotà si chiedevano “chi fosse”.
E le risposte erano ancora più illuminanti: ricordavano due o tre cariche
ricoperte, punto. C’era davvero una conoscenza miserabile del patrimonio
culturale di Rodotà e questo spiega tristemente molte, moltissime cose.
Nel
nostro bel Paese è più facile che sia popolare Silvio Berlusconi, caro Grillo,
che Stefano Rodotà. Capisci?
Adesso
il momento è cruciale. Non è per lo spread o i mercati che non abbiamo tempo.
Il
dramma è che uomini come Rodotà non hanno decenni a disposizione e, dopo di
loro, rimarrà ben poco della civiltà di cui dovremmo essere fieri e rispettosi.
I
discorsi emotivi non bastano più, è necessario costruire il consenso su
profondi pensieri caro Grillo. Non sarà facile con gli italiani ma bisogna
provarci, subito. E il leader “istituzionale” come il comunicatore giuridico
dovranno parlare e ascoltare, ricordalo. Solo accettando il confronto potranno
dimostrare di avere un substrato che ai partiti manca, solo così potranno
diventare un riferimento reale per gli italiani.
Sono
sicura che recepirai il messaggio.
Con
la mia laurea in giurisprudenza in tasca e il sogno di un Paese “migliore” che
non vorrei finisse nel cassetto sono una donna di sinistra che da molti anni
non sa più se sinistra è un concetto sinistro, obsoleto, morto o solo negato
dai partiti. Non credo di essere proprio sola e vorrei che i cittadini
potessero ancora scrivere la
Storia.
Per
questo seguo molto la “politica”. Sui libri, in piazza, sul web, tra la gente,
in tv, sui giornali, ovunque e comunque. Così ho seguito anche te e il
Movimento. Vorrei tanto che al disastro della sinistra non seguisse anche il
vostro. Perché alla democrazia voi e la sinistra dovreste essere indispensabili. Forse è tutto qui.
Non
importa, d’altra parte, per chi ho votato. Sono una cittadina e dovrei essere
letta da tutti.
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