Qualche
volta lo sguardo fugge l’infinito e si appoggia, lieve come una carezza, su una
balla di fieno. Su un colore. Su un intreccio. Su un contrasto che si infila
come un ago sotto pelle. Cose piccole, momenti piccoli. Di questo sono fatte le
sensazioni talmente grandi da non star dentro niente, fuochi d’artificio e
terra e cielo e amore, film che più belli non ne hai visti mai.
Emozioni
di cioccolato, dritte in bocca e nel cuore. Con quella molla che ti fa scattare
un sorriso invisibile, bello per il tuo specchio, quello nascosto e forse un po’
immaginario. Su una strada che costeggia un campo che ti racconta la storia di
tutte le storie che volevi leggere, nella natura libera e aperta come un
mappamondo che gira con il tuo dito che ci saltella sopra. Nella voce di una
vecchia radio o forse su un disco sentito mille volte o un poco di più. Un
ritornello famoso che bussa piano sulla spalla, appuntito e grazioso come il
becco di un uccellino.
Roba
che ti potresti commuovere. Ma c’è una risata a distrarti. Così travolgente che
neanche un principe azzurro sul cavallo bianco potrebbe rapirti altrettanto. La
balla di fieno danza per te, per la tua schiena curva sul campo. Che anche
nella fatica c’è talvolta una gioia che merita una foto che la ricordi per
sempre.
Più
gli occhi mettono a fuoco più vedono cose a lungo smarrite, messe in un angolo
neanche avessero qualche castigo da scontare. Riscoprono il piacere, quello che
forte e baldanzoso si fa profumo d’ebbrezza. Avanti avanti, che gode anche il
naso. Sarà poi così che sono nati certi umori, sul filo tra zolla e fantasia.
In
fondo è questa la vita a pois. Che ti basta una balla di fieno e i sensi
svegli.
(Ringrazio Conci Rinaudo per la fotografia e l'ispirazione)
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