L’anziana
signora Maria lamenta una serie di disturbi. Amorevolmente condotta dai figli
inizia una girandola di visite, esami, analisi. I migliori specialisti, almeno
siamo tranquilli, dicono i figli.
Qualche
malanno è individuato ma nulla di grave. Qualche pasticca, un periodo di
iniezioni, riposo e tanta attenzione. La signora Maria combatte più che altro
con l’età ma comunque l’acciacco si vede e la medicina provvede.
Passano
i mesi ma la signora Maria non migliora. E’ malinconica e debole. Non ha più
gli occhi vispi di prima.
Un
giorno, la giovane donna che l’aiuta nelle faccende domestiche ha un po’ di
tempo libero e, impensierita da quello sguardo triste, finito di riordinare la
casa le propone una passeggiata. Il viso di Maria si illumina ma subito ricorda
le esortazioni dei figli “non uscire, magari cadi” e allora ci ripensa, meglio
di no. La giovane ha il coraggio di insistere - e ce ne vuole sapendo che se
accade qualcosa l’accuseranno come minimo di essere stata incauta -
assicurandole che faranno solo pochi passi, fino alle panchine del giardino di
fronte.
La
signora Maria rompe ogni indugio. Esce aggrappata al braccio della giovane,
arriva a fatica fino alle panchine. Si siede un po’ stanca, “non sono più abituata”
…, e insieme chiacchierano per una buona mezz’ora. Compiono il percorso di
ritorno a casa. La giovane le prepara un buon tè, la fa accomodare in poltrona
e nota un pizzico di colorito sulle guance di Maria. E’ contenta, la saluta con
un arrivederci alla settimana successiva.
Arriva
il giorno e la giovane vede delle anziane signore sedute sulla stessa panchina
che la settimana prima aveva ospitato lei e la signora Maria. Sale di corsa le
scale, Maria l’accoglie con un sorriso. Signora Maria, dice tutto d’un fiato,
ci sono le sue vicine di casa sedute in giardino, si metta le scarpe e una
giacca, la porto da loro e poi torno a prenderla quando avrò finito le pulizie.
La
signora Maria tentenna, è confusa ma si vede che vorrebbe…La giovane non
desiste, le prende la giacca, la esorta a non preoccuparsi.
Dopo
alcune ore la giovane torna a prendere la signora Maria. La trova che ride dei
racconti di una conoscente e fa battute spiritose. Quando si alza e prende a
braccetto la giovane il passo è abbastanza sicuro. Si volta verso le amiche e
dice “arrivederci”. Una di loro risponde “domani vengo a trovarti”.
E’
fatta, pensa la giovane, la signora Maria sta ritrovando vigore e il suo umore
è già molto migliorato!
Vanno
a casa. Giusto pochi minuti. La giovane deve andarsene ma le chiede se ha
ancora bisogno di qualcosa, Maria prende in mano una scatola di medicine e le
dice: le prendo ma non mi faranno mai bene come le pillole d’aria! Vai
tranquilla e grazie, grazie per sempre. Ha gli occhi lucidi. E anche la giovane
si commuove un po’.
La
signora Maria ha ancora i segni dell’età ma sta meglio, molto meglio ora. La
signora Maria tutti i giorni beve il tè con le vicine di casa ora. La signora
Maria la domenica cucina per i nipoti ora. La signora Maria esce almeno due volte
alla settimana, anche solo per una passeggiata, ora.
E
quando la giovane donna arriva per le faccende domestiche trova il caffè sul
fuoco…la signora Maria l’abbraccia forte, ogni volta, senza parole. Non
servono.
Le relazioni umane sono spesso più terapeutiche di tante pilloline...
RispondiEliminaLa malattia della vecchiaia è spesso la solitudine...
RispondiEliminaSiamo figli di un tempo frettoloso e superficiale purtroppo :(