Mi
incammino nello spiraglio di sole con l’aria ancora odorosa di pioggia e un volo
di farfalle nel cuore mi fa sussultare. Mi si para davanti lo scorcio
sgangherato del tempo e delle crepe su forme e disegni di antico garbo e invece
di procedere spedita sotto gli archi per spuntare altrove fisso la quiete
surreale.
Ancora
mi stupisce la bellezza che non si vede!
Nell’impietosa
crudezza della rovina si leva la storia della verità e degli uomini, forse è
per questo che mi emoziona questa malandata armonia. D’altra parte nello
sbilenco senso di vecchiaia pulsano materia sgretolata ma viva, umanità silente
sotto la cenere e manciate di sorrisi pronti a scendere dalle scale, con il
rito del giorno che comincia.
Perché
già sento che si leva il brusio largo della colazione. In un lampo il silenzio
lascia il posto al rumore delle case sveglie e da lì a poco i passi, accanto ai
miei, cammineranno sotto le volte di pietra.
(Il testo non è fedele alla foto perché purtroppo non posso postare l'immagine originale)
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