Istruzioni
per l’odio del “collega blogger” Simone Montella è un libro da maneggiare con
cura. E’ come una bomba, a ogni pagina può esploderti tra le mani. Fa anche
ridere e questa è l’esca ovviamente più geniale perché ti fa abboccare all’amo
della leggerezza e poi ti trascina nel vortice tumultuoso dello scoppiettante
giro di asprezze.
Un
libro sociale o psicosociale, direi. Un urlo, di consapevolezza e orgoglio. Come
un risveglio, di quelli che arrivano con un indescrivibile frastuono nel bel
mezzo del letargo. D’altra parte lo scenario del nostro ultimo ventennio era
proprio una sorta di vita latente sotto le macerie culturali e umane. E spesso
anche chi capiva e schifava tutto finiva per camminare, sonnambulo, accanto
agli altri, nelle stesse vie e con lo stesso passo. Impotente o, peggio, messo
in riga.
Il
berlusconismo e l’antiberlusconismo sono stati l’angoscioso tormentone di un
tempo dilatato, strappato, svilito e di un sistema che, paradossalmente ma non
troppo, li faceva convivere in una scellerata agonia. Simone Montella fa
narrare un trentenne precario in piena crisi di identità personale e sociale,
stritolato dai modelli e dalle paure, sull’altalena del perbenismo, delle
derive radical chic, dell’intolleranza, del disagio emotivo, della condizione
da sfigato. Ci trovi tutto, in Istruzioni per l’odio: gli extracomunitari, le
fragilità del nord e del sud della nostra Italia, il G8, la Tobin tax, la tv deformante,
la depressione più o meno collettiva. E qualcosa di più. Lo spirito di
sopravvivenza, che può trasformarci in struzzi o in eroi, e la consapevolezza.
Ecco,
la consapevolezza. Come coscienza e dignità, innanzi tutto. Ma anche come
libertà e capacità di pensare e reagire, a difendere i sogni o, ancora meglio,
la realtà.
Simone
Montella adotta un linguaggio e uno stile travolgenti, quasi rumorosi e
caotici. Perfetti per interpretare il marasma intellettuale e spirituale che
narra sul filo dell’ironia e della denuncia. A misura di una o due generazioni
in balia di una iattura colossale.
Forte
e attualissimo, Istruzioni per l’odio. Un libro di sinistra? A me in verità
pare un libro che condensa con serrata concatenazione di riflessioni e spunti
sfogo, ricerca, voglia di riscatto.
E,
lode a Montella, senso di responsabilità:
“Io
sono dalla parte di tanti altri che non vedo ma che so, cioè immagino, che la
pensano come me e che come me sono la parte migliore del Paese seduta davanti
al televisore. Una parte che non va da nessuna parte perché attende che succeda
qualcosa d’incredibile, un qualcosa che stravolga ogni cosa senza che però, da
parte nostra, se ne sia fatta alcuna, di cosa….Siamo noi, è colpa nostra, sono
pure io il colpevole di ogni singola ingiustizia perpetrata davanti ai miei
occhi e lontano dalle mie mani.”
Questo
è il punto di partenza per rialzare la testa!
L’unica
chiave di lettura di un libro così, secondo me, è un sereno e lucido rispetto
di noi stessi e del nostro Paese. Lo consiglierei a tutti ma se qualcuno ha
ancora l’anima schiava e il cervello in lavatrice rischierebbe di bollarlo solo
come l’ennesimo atto di accusa contro Berlusconi.
N.B. potremmo iniziare a scrivere Istruzioni per l'amore. Forse è arrivato il momento!
N.B. potremmo iniziare a scrivere Istruzioni per l'amore. Forse è arrivato il momento!
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