Magari
è un matrimonio, un battesimo, una comunione oppure una cresima che importa? Ci
sono tutti, come alla festa del patrono. Pure gli zii d’America che aspettavano
l’occasione per tornare al paese.
Sorrisi
sotto le pieghe fresche e sui volti appena rasati, la macchina pulita, le mani
che salutano, i vecchi alla finestra a seguire il via vai. Con il vestito buono
del colore giusto, che bianco e nero non si mettono. Con il soprabito blu che
fa bella figura e se fa fresco ti salva. C’è una messa, il rito che si compie,
le lacrime e gli applausi, gli uomini che aspettano sul piazzale con la
sigaretta in bocca, sotto il cappello elegante che la coppola va'
bene per i
giorni di lavoro.
Tutti
pronti per i brindisi e per i baci. La giornata è lunga, si parla e si ride e il
cibo non finisce mai come il click delle foto, come i sospiri e i ricordi che
scorrono a fiumi nel presente che non dimentica mai il passato. Ora dopo ora, con
la stessa incrollabile dedizione. Le scarpe fanno male, il trucco disegna una
maschera, i piccoli frignano e le nonne sono stanche ma la festa continua. C’è
ancora la torta, quella grande. E non basta. Che tutti aspettano le delizie
fatte in casa, quelle della tradizione che guai a tradire. E in alto i calici.
Qualcuno grida una dedica e non c’è anima che non esulti, con l’emozione che
trabocca.
Si
leva la musica, si aprono le danze. Allegria di colori e volteggi, una
confusione di corpi e parole, di bottiglie vuote, di pensieri leggeri, di
auguri d’affetto. Tutti vicini, fradici di euforia e di armonia. La banda
suona, deve cantare quel pezzo, forza, evviva, eccita i passi, fa il bis.
Ci
sono tutti, come alla festa del patrono. Fino al buio o fino all’alba, fino
allo sfinimento felice. E buonanotte, buonanotte suonatori. Grazie, la festa
dell’album rimane nel cuore.
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