C.Corot - Ragazza in verde - |
E’
l’opera celeste, la nudità asciutta della vita che sta nel corpo.
Non
è un gioiello fragile in una teca ma un tesoro così grande e forte che non sta
nel tuo abbraccio, scotta di una passione quasi feroce, si allarga oltre il tuo
sguardo.
Sta
nella terra, non è fiore reciso, non la compri a mazzi. Conosci le radici solo
se le tocchi, se lasci che l’odore impregni le tue narici, se non hai paura di
startene curvo sotto il sole a guardare le foglie e poi i fiori e poi le
stagioni che scrivono ogni respiro.
E
ci sono i passi lenti e le movenze seducenti e le grida accorate e i silenzi
densi e i sorrisi felici. Sulla nudità, nella nudità. Con tutto l’amore che c’è
dentro, nell’opera celeste.
Magari
è dolore, forse è piacere, qualche volta speranza altre tormento.
Bella,
l’opera celeste. Che storpia o vecchia ha nell’anima il miracolo che si compie,
inspiegabile, in ogni tempo e in ogni luogo. Che è l’unica verità indiscutibile
che incontriamo. Che è il senso e l’affanno di tutte le cose. Che è il bene e
il male degli uomini e delle donne. Estate o inverno che sia.
Non
dovrebbe stupirci. Non dovremmo mai smettere di stupirci.
La
contraddizione perfetta della nostra natura imperfetta.
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