L’ora
di sesso, dice lui.
Pare
l’ora d’aria dei carcerati, commenta la signora Lia.
Poi
cala il silenzio. Che in fondo era un pensiero: lo segna sull’agenda come
appuntamento da non perdere, pratica da sbrigare, piacere quotidiano?
Un
lampo dopo compare lei, quella dell’ora di sesso con lui. Praticamente pronta,
roba da orologio svizzero.
La
‘spiegazione’ è arrivata più tardi, in verità non richiesta ma ascoltata tra
educazione, curiosità e stupore. L’incontro tra i due è un po’ clandestino,
così dice lui, quindi ci sono luogo e orario da rispettare.
Un
po’ è lingua corrente, quando tutti lo sanno ma nessuno deve saperlo è un po’. Sarebbe
completamente clandestino solo se l’ora di sesso fosse goduta ma del tutto
taciuta. Se lei non si presentasse con la faccia di chi sta sollecitando
erotiche frenesie.
Però,
chissà come è eccitante il sesso un po’ a timer, spara la Lia insinuando un po’
vagamente ironico.
Come
una bomba a orologeria. Ti scoppia in testa e tra le mani, ribatte lui.
E
questa volta davvero non so cosa avesse dentro il silenzio. Mute, la Lia e io. Era una battuta
esplosiva, un rivoltante omaggio ai campi minati o una laconico rigurgito di
squallore?
Il
sesso non fa male. L’ora di sesso un po’ clandestino invece nuoce gravemente
alla brillantezza dello spirito. Credo io. E crede la Lia.
Il sesso a tempo è come mettere le briglie alle nuvole...
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