…
E capì tardi che dentro
quel negozio di
tabaccheria
c’era più vita di quanta
ce ne fosse
in tutta la sua poesia
e che invece di continuare
a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il
corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore
e scrivere d’amore
anche se si fa ridere
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è
scrivere
e non avere paura
non aver mai paura
di essere ridicoli
solo chi non ha scritto
mai
lettere d’amore
fa veramente ridere
…
Insuperabile,
la freccia poetica di Roberto Vecchioni. Incantevole, essenziale, disarmante. E
quanta tristezza, per il tempo che non conosce più lettere d’amore. Per gli
amori consumati senza ridere. Per le lacrime versate su una dolcezza
evanescente. Per tanta, troppa, scabrosa crudezza.
Che
la poesia è ancora lì. Sul corpo degli uomini e delle donne, negli sguardi, tra
le parole. Aspetta solo di essere colta. Di regalare un sorriso. Di accelerare
i battiti del cuore.
Già,
fottuta paura di essere ridicoli, romantici o, semplicemente, veri. Magari di
svelarsi, di apparire debole, di soffrire. E, nella paura, smettiamo di vivere
l’una e l’altra, la poesia e l’amore. E pensare che ci farebbero ridere,
ridere, ridere. Di gioia e meraviglia, di godimento e di euforia.
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