Chi
disprezza vuol comprare mi sembrava un detto piuttosto discutibile.
Insomma
disprezzare esprime un’implacabile distanza, accidenti.
Poi
ho preso a intuire tanta invidia dietro certe forme di critica. A considerare
le volte in cui l’indignazione per le raccomandazioni cessava nel momento
esatto in cui l’indignato poteva goderne. E infine proprio a toccare quella
cosa lì ovvero l’acquisto della situazione disprezzata.
Che
in linea di pensiero la logica è schifare qualcosa per farne crollare il prezzo
-e poi zac fare l’affare- o per indurre il proprietario all’istinto di
lusingarci e farci cambiare idea.
Circoli
più o meno tortuosi tra i quali si piazza anche la buona offerta a chi
disprezza in modo da tacitarlo o condurlo a più miti posizioni.
Già,
tutto un do ut des. Tattiche, strategie e affini. Conditi con abbondanza di
proclami di onestà intellettuale. Tutti integerrimi, i disprezzatori. Fino a
parere contrario!
La
volpe disprezza l’uva solo se non arriva a prenderla, ecco. Appena può se ne fa
una bella scorpacciata, alla faccia del cattivo gusto che diceva avesse.
In
realtà quelli fedeli alle parole sono gli stupidi che rimangono a bocca
asciutta. Che vita difficile…
Cosa
devo fare, farmi volpe?
ci sono pure le volpi golose d'uva e serene nel loro dire, a sè stesse e al mondo, che bello sarebbe se potessi afferrarla....
RispondiElimina;-) prish
Volpi adorabili, quelle, Prish!!!
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