Non
solo Lucano, adesso c’è la popolare Pepsi Cola. Già, il nuovo spot della bibita
sarà girato tra Matera, Craco e Aliano.
E
avanti, insomma. Di film in evento, sempre più in scena. A sdoganarla, la Basilicata dei giorni
nostri, è stato il mitico Rocco Papaleo naturalmente. Con e dopo di lui
riflettori puntati. Già, i paesaggi. O forse la novità: le atmosfere che
praticamente altrove dovresti riprodurre artificialmente con un pesante lavorio
retrò e invece tra i Sassi e i calanchi trovi intatte.
La
verità sta qua e là, in parecchi giri che è quasi impossibile compiere in una
manciata di righe. Resta il senso, quello che può avere e quello che –chissà-
potrebbe svelare orizzonti intellettuali.
Avendo
qualche esperienza mi viene da pensare alle aree protette, quelle che con l’idea
di mantenerle incontaminate vengono difese anche troppo. Tanto da tenerle
ferme, per intenderci. Del resto penso anche alla terra alla riscossa, quella
che esce dal silenzio, trova una voce e, finalmente, si mette a parlare. Insomma
fa un discorso suo, ecco. Che non è solo adagiato sugli allori della natura,
del passato, di un confinato illustre e di qualche prelibatezza ma che, anzi,
intraprende un cammino.
Questione
di personalità, diciamolo. Quella di Basilicata è zona peculiare. Assai, direi.
E questo dovrebbe essere il punto di partenza. Ora che c’è la luce mi piace
immaginare i lucani all’opera. Per guardare avanti. Per non farsi appiccicare
addosso il bollino di parco sotto tutela.
Devo
spiegarmi meglio?
Credo
che sia tempo di scelte e passione. La crisi non aiuta, lo so, ma il pericolo
si annida altrove. In ogni angolo di questo Paese dovremmo andare fieri del
patrimonio che abbiamo ereditato. Però a rimirarlo rapiti non se ne cava
granché, al di là di una propria intima beatitudine, ovvio. Bisogna farlo
respirare, accidenti. Mentre vagheranno con Pepsi in giro per il mondo sarà
bene che i panorami si apprestino ad aprirsi allora.
Basilicata
on my mind, canta meravigliosamente Papaleo. Ecco, bisogna tenerla in testa,
non stretta in pugno. E’ una terribile prospettiva quella dell’enclave, finisce
per odorare sempre di extrafrontiera. E’ come tenere una serra nel bel mezzo di
una libera campagna.
Forza
Basilicata libera, canterei ora. Che vuol dire affrancata dalla rischiosa
illusione che l’originalità valga l’isolamento. Niente è grande davvero se non
può essere nel cuore di tutti.
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