Anzi.
Un personaggio che, se siete curiosi naviganti del web, forse già conoscete.
Regista,
scrittore, docente e prezioso consulente per l’orientamento editoriale. E questo
è un doveroso profilo flash.
Parecchi
lavori all’attivo e buoni riconoscimenti professionali sono senza dubbio un bel
biglietto da visita di Marco Paracchini. Ha scritto e diretto opere audiovisive
dall’entertainment all’educational e numerosi cortometraggi (l’elenco è lungo
ma segnalo almeno L’audace viaggiatore e
Untouched). Suo anche un documentario biografico su Gabriella Ferri. Sul
fronte della scrittura cito, tra gli altri, i romanzi Le Indagini di Kenzo Tanaka, La
maglia è nostra... e ve la prestiamo solo per giocare, Sherlock Holmes e la Setta degli Sciacalli e Sherlock Holmes e il licantropo di Huntingdon.
Questa
sintesi non rende merito alla sua produzione ma in fondo non è il curriculum a
dare una marcia in più a questo virtuoso 40enne. Intanto Marco Paracchini è uno
che si è misurato in ambiti molto diversi e lo ha fatto sempre con grande
profondità e intensità. Poi ha osato, ha spinto l’acceleratore sulle sue
passioni, si è mosso su terreni e generi che lo tengono fuori da facili cori
commerciali. Tutto questo, peraltro, con quei valori umani e professionali che
non sono affatto scontati: serietà, correttezza, onestà.
E’
proprio su tutto questo che punto il riflettore. Francamente è una bella
figura, Marco. Parla ancora di amore e di principi, con una sensibilità rara. Lo
fa tenendo a bada l’amarezza con ironia e poesia. Direi che questa sia chiama
quasi audacia!
A
me piace pensarlo come un ‘Samurai urbano’, lui forse direbbe un ‘Ronin
contemporaneo’. L’amore per il Giappone e la sua cultura, il suo approccio alle
realizzazioni creative e la sua personalità lo vestono perfettamente dei panni
del guerriero senza padrone. Non solo. Ci sono il suo rigore e il suo appeal,
un mix delizioso in questi tempi molli e scivolosi. Perché lui è uno spirito
tenero ma a schiena dritta, insomma.
Sui
social media e su youtube, quella di Marco Paracchini è una presenza forte,
articolata, deliziosamente aggressiva. C’è con un carattere assolutamente
originale, ecco. Strategia di marketing? Certo, sicuramente e giustamente non
lascia al caso la comunicazione, però anche sulle pagine facebook e instagram
il tratto distintivo è quella trasparente mescola di trasporto personale e di
carica professionale.
Ci
mette la faccia, si direbbe di alcuni con enfasi in tempi di scarsa
responsabilità. Ebbene, lui ci mette faccia e firma, in ogni pensiero e in ogni
direzione.
Ho
voluto segnalarne pure le competenze di orientamento editoriale, che peraltro
ho ammirato da vicino, perché denotano il ‘metodo’ Paracchini: pignolo con
garbo. Già, mai superficiale e approssimativo ma aperto e flessibile.
Ciascuno
riconosce e stima quelli che considera tratti di pregio, of course. E io questi
li sottolineo con vigore.
A
dirla tutta dovrei aggiungere un tocco musicale, altro versante esplorato da
Marco Paracchini con verve speciale. Con Matteo Ghelma ha fondato infatti i Big
Tokyo con realizzazioni rock decisamente interessanti…
Altro?
Avremo molto altro ancora da scoprire, ne sono certa, perché lui non si ferma
mai. E’ facile sintonizzarsi sulle sue tracce, ne lascia di importanti ovunque.
Trovo
che espressioni poliedriche di talento e applicazione in una gentile e simpatica
umanità siano il passepartout del successo. Quindi chapeau, Marco.
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