Ancora
accompagnata dalle note dei Krikka reggae, band proprio di Bernalda (MT), fortemente ispirata
dalle orme di Francis Ford Coppola mi avvio sulla strada per Bernalda.
Nell’area
metapontina Bernalda sorge su un morbido e modesto altopiano che degrada dolcemente
verso la costa Jonica e ne esprime il tratto ambientale e climatico. La
cittadina si presenta in diverse tipologiche architettoniche e urbanistiche in
ragione dello sviluppo storico, al nucleo più antico sono andate infatti sovrapponendosi
aree nuove in virtù della vocazione turistica e dell’espansione commerciale.
Bernalda
la incontro e la tocco, naturalmente, nel vecchio centro peraltro completamente
ristrutturato, curato e animato. Penso all’emigrazione che aveva spopolato il
paese e alla riscoperta recente dei luoghi e della loro potenzialità che in
qualche modo gli ha ridato vita. Così nonno Coppola aveva lasciato Bernalda e
il grande nipote regista vi ha fatto ritorno. Il fascino romantico di questo percorso è un
po’ la mia guida a Bernalda. Più delle immagini cerco di carpirne lo spirito e
la forza, ecco. Proprio quelli che, in Basilicata, si annusano solo a cuore
libero e fanciullo, con i sensi aperti alla straordinaria bellezza della
nudità.
La
verità e il calore arrivano a piccoli soffi o a grandi folate, in una scena che
si spalanca improvvisa allo sguardo, in un gesto che ti sorprende con un
brivido, in una parola che ne declina altre all’infinito, in una minuscola
traccia che suscita profonde emozioni, in una essenzialità così clamorosa da
sventrare qualsiasi ansia di ricercatezza.
Dalla
grande America questo ha ritrovato qui, Francis Ford Coppola: la potenza dell’assoluto.
A
Palazzo Margherita non busso invano. L’albergo di Coppola è chiuso, stanno
facendo alcuni lavori per la riapertura a fine marzo, ma gentilmente mi fanno
sbirciare per pochi minuti, con un delizioso compromesso tra rispetto
professionale del divieto e ospitalità lucana. Che meraviglia! Non posso
elargirvi le foto dell’interno ma posso almeno consegnarvi le immagini dell’annesso
caffè e wine-bar, aperto, il Cinecittà bar. Un tocco di elegante fascino
cinematografico a misura di Bernalda, una sublime miscela che condensa il
pensiero di Francis Ford Coppola.
D’altra
parte questi sono luoghi cinematografici per natura. I volti, le mani, i
paesaggi, i colori sono pronti per il ciak.
La
mia fantasia, forse pure il lirismo, volano. Mi concedo dunque una lunga pausa.
Ho bisogno di metabolizzare tutte quelle energie. Ho voglia di godere quella
libertà, ultima e estrema, della semplicità primitiva. Devo scivolare nella
stupenda combinazione tra sogno e realtà. E palpare l’incastro delle tradizioni
con la modernità.
Bernalda
mi appare a quel punto come il segnale del cammino sostenibile. Lungimirante e
autentico insieme. Quasi una sfida. E forse solo Francis Ford Coppola ne poteva
essere autore e interprete…
Tutte
le sfumature e le atmosfere in divenire, come una tela che via via assorbe le tinte
e le forme d’amore di un maestro.
La
passione e il rispetto di Francis Ford Coppola per le sue origini non sono solo
commoventi, sono vivaci e acute: lui sa che un patrimonio così può conservare e
amplificare il suo senso e la sua missione se viene offerto al mondo.
“Quando
vedi la Basilicata …vedi
la terra come doveva essere” (F.F. Coppola).
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