L’annuncio
del destino è lì, in una pallottola di carta sulla scrivania disordinata. Forse
non era finita nel cestino per lasciare traccia o magari sei corsa via e hai
lasciato tutto alla rinfusa. Con zelo che la fortuna ha voluto maniacale lui l’ha
spiegato e letto.
L’accompagnatore
buttava un amo selvaggio e romantico in parti uguali, perfetto in ogni respiro
per la tua anima inquieta, avevi sicuramente abboccato. Chissà come ti
tremavano le mani quando hai fatto quel numero e ti sei schiarita la voce per
ingoiare l’imbarazzo. Sicuramente hai srotolato le parole con furia perché dovevi
fare in fretta, prima che l’impulso della disperazione si chetasse. Avevi
bisogno di andare subito fino in fondo, di toglierti di dosso quell’angoscia
maledetta.
Timida
e inibita, così ti diceva. Troppo per scaldare il letto di pulsioni voraci. A
lui della tua tenerezza d’amore non importava affatto, voleva un bruciore
osceno che non ti apparteneva. Devi aver pensato che potevi imparare tra altre
braccia di un altro a essere la donna di quel consumo senza cuore. Devi aver
sperato di farcela, a allenare il corpo a godere senza occhi incantati. Volevi
farlo per tornare da lui e, finalmente, essere desiderio delle sue mani, della
sua bocca, del suo sguardo.
Il
tuo cellulare è spento e lo rimarrà per sempre. Cosa sia accaduto al fatale
appuntamento è un orribile macigno sulla sua coscienza stordita. Dovevi semplicemente
lasciarlo, smetterla di inseguire un sogno impossibile, prova miserabilmente a
pensare per nascondersi dietro la colpa della tua fragilità. Ma è solo un
attimo, poi l’annuncio del destino si scaglia anche contro di lui sbattendogli
in faccia una verità insopportabile. Se avesse coraggio sceglierebbe di
seguirti. La viltà, più crudele, lo condanna a un’agonia che assomiglia molto
alla tua.
Nessun commento:
Posta un commento