Care
amiche, non siete troppo grasse, troppo magre, troppo basse, troppo alte. Non
avete il seno troppo voluminoso, troppo piccolo, troppo floscio. Non vi fanno
difetto la caviglia troppo grossa o le braccia troppo muscolose.
Siete
semplicemente troppo preoccupate. Preoccupate di fare brutta figura con la
vita. Tanto preoccupate da perdere di vista la legge d’oro del tempo. Ogni
minuto schiacciato sotto l’ansia o impigliato nel disagio è sottratto a
possibilità migliori. In fondo lo sapete, non siete troppo sciocche.
Peraltro
è inutile che vi racconti quanto vi capisco. E in verità temo pure di dover
sorvolare sulla storia della saggezza che viene con gli anni, fareste spallucce.
Allora posso solo scrivere un promemoria: non dimenticate la legge d’oro del
tempo.
Questo
è il primo MANIFESTO PER DONNE FIGHE. Per utilità, o per diletto, potranno
seguirne altri. Leggere le istruzioni è consigliabile, seguirle è rigorosamente
facoltativo. Anche perché, è bene chiarirlo, in materia sono un disastro. Confesso
che assumerò la medicina con voi, cavie alla pari.
FIGHE
non si nasce, si diventa. Questione di spirito. Se non è innato bisogna
lavorarci su ma i risultati sono quasi assicurati. Occorre presentarsi già alla
sfida del mattino allo specchio con occhio da figa e bocca aperta in esclamazione
di gioia, stupore, ammirazione. Se ciccia, spigoli, occhiaie o capelli crespi
remano contro bisogna fare esercizio di risata, insomma sbrodolarsi addosso il
suono argentino della disarmante simpatia. Se ancora non dovesse bastare a
fugare ogni dubbio sull’appeal da figa è necessario osare, infilarsi nell’abito
che piace oltre ogni ragione e giocare con qualche trucco senza maquillage
ovvero scoprire audacemente le virtù caratteriali più lodate. Per qualcuna sarà
il romanticismo, per altre il piglio carismatico, per altre ancora la prestanza
atletica. E via, in strada, a far svolazzare le grazie.
D’accordo,
non sono riuscita a convincervi. Considerando che non vi inviterei mai, amiche
mie, a considerarvi fighe “per paragone” cioè consolandovi della bruttezza
altrui (la mia o di chiunque), vi propongo allora un cammino più sano e
divertente: l’affermazione della diversità, anzi del vostro tratto esclusivo, no meglio
della coscienza esaltante.
Non
è una roba tipo “tirarsela”, naturalmente, che quella è posa di chi nasce
boriosa e a
noi proprio non calza. E’ un profilo nobile e sereno di
consapevolezza briosa di sé. Non prendetela per rassegnazione, per carità. Se
mai visione positiva, dignità gioconda. Solo perché siete così imperfette ai
vostri occhi siete riconoscibili a quelli del mondo.
Ho
capito, è ottimismo non contagioso. Devo escogitare percorsi più allettanti per
persuadervi a calarvi nei panni delle fighe. Bene, chiudete gli occhi e
immaginatevi esattamente come vorreste essere, più grasse, più magre, più
basse, più alte, poi sparatevi una serie di domande e state in ascolto delle
risposte.
Se
con la bellezza delle vostre fantasie la vostra anima rimarrebbe identica siete
indiscutibilmente FIGHE. Se con quella invece ingarbugliereste la legge d’oro
del tempo con odiosi preziosismi siete assolutamente pregate di riaprire gli
occhi al volo e, fighe o non fighe, a tirare avanti per risparmiare all’umanità
un altro orpello insopportabile.
Insomma
in entrambi i casi vi sarete convinte a far pace con le vostre smanie. E a quel
punto, per magia, scegliereste di giocare a incoronarvi fighe per riappropriarvi
in un balzo del pieno rispetto della legge d’oro del tempo.
Avverto
che siete ancora decisamente scettiche, state per bollare queste righe come
assurde, vane, stupide o giù di lì. Però io, vi sia ben chiaro, non getto la
spugna. Prima o poi ce la faremo, lo prometto: tutte libere e fighe, dentro e…per
riflesso incontenibile, anche fuori.
Medito
il prossimo MANIFESTO.
E sopratutto più che la risata, il sorriso !
RispondiEliminaTroppe faccie incavolate, dure, tirate. Sorridere non costa nulla e predispone bene anche ad essere consierate più fighe e magari con meno difetti.
Pier
Eh si Pier tante volte siamo parche di sorrisi, allo specchio e con gli altri. E la vita si incupisce...
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