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lunedì 16 dicembre 2013

Il bandito e il campione

Sono Sante Pollastri e Costante Girardengo.
Non tutti forse conoscono la loro storia e non sarò io a raccontarla. Lo hanno fatto, meravigliosamente, Francesco De Gregori con l’omonima canzone e Lodovico Gasparini alla regia di un film Con Beppe Fiorello (Sante) e Simone Gandolfo (Costante).
Non potrei farlo con altrettanta poesia. E, d’altra parte, a me basta tenerla in memoria, sempre con la stessa emozione.
Di quelle emozioni così grandi che non stanno nelle parole e finiscono in sorrisi inzuppati di lacrime. Quelle che fanno davvero bene e alle quali torno spesso, non solo con il cuore. Già, ci vuole pure la testa lì dentro. Con tutti i ricordi in fila, con i pensieri sorpresi e ammirati, con gli eventi che si sono sviluppati e inseguiti in una sequenza che sembrava già pronta per lo schermo.
Me la raccontava sempre mio nonno, la storia di Sante Pollastri e Costante Girardengo.
Lui che era della loro terra, lui che li aveva visti e conosciuti, lui che li aveva ammirati tanto.
Era così bella che quasi credevo fosse un po’ sistemata per me. No, non che lui romanzasse la vita, in verità consegnava la realtà ma sapeva farlo e allora, in quella virtù, ci potevo vedere quello che la rendeva così straordinaria.
E invece ho scoperto che era straordinaria davvero. Tanti anni dopo, quando nonno purtroppo non c’era più e non ha potuto sentirla, ci ha pensato Francesco De Gregori a riportarmela, intatta e travolgente, nella melodia di una canzone.
Ero contenta. Che gioia, Sante e Costante ancora in corsa, amati da un grande cantautore e immortalati in un testo commovente. Il bandito e il campione, amici per l’eternità. Di quegli amici che sono esistiti davvero, nella buona e nella cattiva sorte. Con tutte le passioni e l’umanità degli uomini grandi. Del felice legame che neanche il diverso destino ha diviso.

Quando ho visto il film ho pianto più di tutte le volte perché quasi mi è sembrato di toccarli, Sante e Costante, il bandito e il campione. Perché ho capito quanta strada ci avevo fatto insieme, pur senza correre in bicicletta. Perché tutto quello che sono stati per mio nonno (e per il mitico zio Genio!), per me, per tutti quelli che li hanno capiti non morirà mai. 

4 commenti:

  1. ciao Irene,

    come deve essere stato bello sentirsi raccontare quelle storie vere di vita da un nonno che le aveva conosciute dal vivo...

    Ricordo di aver visto quel bel film. Una delle rare volte che ho guardato con autentico piacere la televisione.

    Grazie di aver ricordato la storia di Sante e Costante, con la bravura coinvolgente di cui sei capace tu.

    Un abbraccio,
    HP

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  2. Grazie HP, che piacere!!!
    E' davvero una storia che tutti dovrebbero conoscere. Per me è stata una bellissima compagna di vita, dai racconti del nonno in poi. Una lezione, grande e intensa come Sante e Costante.
    Sono contenta che tu abbia apprezzato il film...ecco, in effetti anche la tv qualche volta può riservare momenti indimenticabili.
    Un abbraccio, caro, anche a te
    Irene

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  3. Nonho visto il film, ma ti invido, tu che l'hai visto due volte almeno (in tv e nelle storie del nonno...).

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  4. ...E che continuo a riviverlo, con il cuore, Alli ;)

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