Sono
Sante Pollastri e Costante Girardengo.
Non
tutti forse conoscono la loro storia e non sarò io a raccontarla. Lo hanno
fatto, meravigliosamente, Francesco De Gregori con l’omonima canzone e Lodovico
Gasparini alla regia di un film Con Beppe Fiorello (Sante) e Simone Gandolfo
(Costante).
Non
potrei farlo con altrettanta poesia. E, d’altra parte, a me basta tenerla in
memoria, sempre con la stessa emozione.
Di
quelle emozioni così grandi che non stanno nelle parole e finiscono in sorrisi
inzuppati di lacrime. Quelle che fanno davvero bene e alle quali torno spesso,
non solo con il cuore. Già, ci vuole pure la testa lì dentro. Con tutti i
ricordi in fila, con i pensieri sorpresi e ammirati, con gli eventi che si sono
sviluppati e inseguiti in una sequenza che sembrava già pronta per lo schermo.
Me
la raccontava sempre mio nonno, la storia di Sante Pollastri e Costante
Girardengo.
Lui
che era della loro terra, lui che li aveva visti e conosciuti, lui che li aveva
ammirati tanto.
Era
così bella che quasi credevo fosse un po’ sistemata per me. No, non che lui
romanzasse la vita, in verità consegnava la realtà ma sapeva farlo e allora, in
quella virtù, ci potevo vedere quello che la rendeva così straordinaria.
E
invece ho scoperto che era straordinaria davvero. Tanti anni dopo, quando nonno
purtroppo non c’era più e non ha potuto sentirla, ci ha pensato Francesco De
Gregori a riportarmela, intatta e travolgente, nella melodia di una canzone.
Ero
contenta. Che gioia, Sante e Costante ancora in corsa, amati da un grande
cantautore e immortalati in un testo commovente. Il bandito e il campione,
amici per l’eternità. Di quegli amici che sono esistiti davvero, nella buona e
nella cattiva sorte. Con tutte le passioni e l’umanità degli uomini grandi. Del
felice legame che neanche il diverso destino ha diviso.
Quando
ho visto il film ho pianto più di tutte le volte perché quasi mi è sembrato di
toccarli, Sante e Costante, il bandito e il campione. Perché ho capito quanta
strada ci avevo fatto insieme, pur senza correre in bicicletta. Perché tutto
quello che sono stati per mio nonno (e per il mitico zio Genio!), per me, per
tutti quelli che li hanno capiti non morirà mai.
ciao Irene,
RispondiEliminacome deve essere stato bello sentirsi raccontare quelle storie vere di vita da un nonno che le aveva conosciute dal vivo...
Ricordo di aver visto quel bel film. Una delle rare volte che ho guardato con autentico piacere la televisione.
Grazie di aver ricordato la storia di Sante e Costante, con la bravura coinvolgente di cui sei capace tu.
Un abbraccio,
HP
Grazie HP, che piacere!!!
RispondiEliminaE' davvero una storia che tutti dovrebbero conoscere. Per me è stata una bellissima compagna di vita, dai racconti del nonno in poi. Una lezione, grande e intensa come Sante e Costante.
Sono contenta che tu abbia apprezzato il film...ecco, in effetti anche la tv qualche volta può riservare momenti indimenticabili.
Un abbraccio, caro, anche a te
Irene
Nonho visto il film, ma ti invido, tu che l'hai visto due volte almeno (in tv e nelle storie del nonno...).
RispondiElimina...E che continuo a riviverlo, con il cuore, Alli ;)
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