Di
certo ce ne sono di bravi assai. Pure nell’anima, intendo.
A
me interessa il perfido maldestro. Che poi è più o meno uno stratega fasullo perché
gli altri, prima o poi, lo destinano al cestino dei rifiuti senza neanche
troppe strategie.
Il
tizio in questione inciampa da solo nell’illusione della furbizia e della
tattica, nella presunzione ad oltranza, nella cocciutaggine fuor di umana
misura. E’ uno stregone delle alchimie fallimentari. Tanto intruglia da
esplodere con la provetta in mano.
E’
spiacevole, talvolta. Nel delirio, infatti, partorisce idee di qualche valore. Se
non fosse per le smanie dell’ego che si vanta di astuzia e si fa largo a
spallate le potrebbe pure far fiorire. E invece le mortifica, a colpi di
piccone come uno zoticone qualunque.
Ovviamente
non strappa sorrisi. Troppo pedante per riscuotere simpatia. E quando poi lo
cogli con le mani nel sacco è di quelli che prenderesti volentieri a pedate nel
fondoschiena perché tenta ancora di sproloquiare, di infilare la polvere sotto
il tappeto, di ribaltarti addosso la sua nefandezza. Ma è bene non farsi
prendere dall’ira. Nuoce gravemente a se stesso, innanzi tutto. E lo fa già senza le nostre
pedate.
Se
mai c’è una cosa che lo distingue dal resto del genere umano: si procura legnate invalidanti ma,
strategicamente, finge di essere sano e salvo. Evviva, contento lui contenti
davvero tutti!
Comunque
attenzione, lo trovate talvolta sotto ingannevoli costumi. Intento a occuparsi
di letteratura, fare il critico cinematografico per parenti e amici, ascoltare
musica classica, visitare musei. Un’ottima copertura. Se quindi volete
sottrarvi al suo campo minato, prima di saltare in aria con lui, datevela a
gambe subito. Altrimenti, se vi piace la strategia, giocate le vostre carte
fino in fondo con un visino quasi angelico. Tanto voi le mine le evitate, lui
no.
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