Evviva
le differenze. Che non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, visto che siamo
tutti unici. Eppure la premessa diventa necessaria. Come lo è ribadire la
bellezza della libertà che, con il solo limite del rispetto di quella altrui, è
ciò che ci fa esprimere l’immenso patrimonio che siamo e abbiamo.
Essere
diversi da chi e cosa, dunque?
Dovremmo
semplicemente rilassarci nelle nostre impronte esclusive. E, sia ben chiaro,
riconoscere quelle altrui. Non è una gara, quella della ‘diversità’.
Che
se non siete più adolescenti e andate ancora in giro dicendo che siete
anticonformisti, pazzi e irriducibili avete problemi al posto di diversità.
Innanzi
tutto la ‘pazzia’ è una cosa seria, molto seria. E voi dimostrate di essere
idioti a proclamarvene affetti con tanta leggerezza e senza certificato medico.
Quanto al resto lasciate che siano i vostri fatti, non le vostre parole, a
dimostrarlo. Quello che si concede a un ragazzino o a una ragazzina, alla
naturale ricerca di un’identità, a voi non spetta affatto. Anzi.
Desideriamo
adulti quanto più possibile sereni e maturi non signore e signori smaniosi di
apparire chissà chi e chissà cosa.
Non
ci sono due originali, al massimo buone copie, somiglianze, punti di contatto. Quindi
non vi dovrebbe essere affanno, nessuna sgomitata, niente panico da
appiattimento. E, più di tutto, bisognerebbe che a muoversi, con grazia, fosse
la nostra essenza a nudo, senza il fronzolo della spiegazione della propria
identità straordinaria. Ciascuno è fuori dall’ordinario nella precisa misura
delle proprie inimitabili caratteristiche. Punto. Non in virtù di ‘pazzie’, per
favore.
In
verità l’unica ‘pazzia’ è dirsi ‘pazzi’ quando non sappiamo cosa significa,
quanto male può fare, quanto delicato possa essere…e, paradossalmente, quanto
ordinari possa farci apparire. Già, cari ‘pazzi’ fasulli, a forza di sentirvi
usare parole così a casaccio finite per diventare il peggior doppione della
peggior specie di umano. Ovvero quello che si dipinge con i tratti di chi non
vorrebbe mai conoscere, frequentare, aiutare, amare. Che, per intenderci, non è
una persona eccezionale ma solo uno sciocco presuntuoso scarsamente dotato di
umanità, sensibilità, senso della misura e della vita.
Ecco,
diversi è bello, bellissimo, magnifico.
Fare
i diversi è solo un esercizio di intollerabile vanità, stupidità, miseria
morale.
Se
ancora il concetto non fosse chiaro ci è dato riflettere su un
<dettaglio>: per quanto ognuno di noi possa essere un tesoro nell’universo
spazio-temporale è un invisibile puntino!
Nessun commento:
Posta un commento