…diventino
tutti bravissimi. Hanno un cervello da Einstein, una lungimiranza da statisti d’avanguardia,
una creatività che ti dimentichi Picasso, una generosità che Madre Teresa
finisce tra i poveri di spirito. Pure simpatici. O almeno quasi. Che insomma
qualcuno pur con tutto il riconoscibile impegno è stato fulminato alla nascita
da una scarica di sgradevolezza insanabile.
Mica
penso alla mia città. Macché. Roma docet e in su e in giù per lo Stivale è
tutta la stessa storia.
Giurano
di avere la bacchetta magica.
Come
se questo insopportabile affronto ai cittadini non fosse sufficiente tirano
fuori l’asso dalla manica: la critica e l’insulto.
Almeno
fosse ‘poco se mi valuto, molto se mi confronto’…Che dire, magra ma comunque
accettabile consolazione ovvero ci indurrebbe al classico voto al meno peggio.
No,
la loro campagna elettorale è l’esatta contestazione degli avversari: lui è
fasullo, il mago vero sono io. Tirano fuori le peggio cose per infangare gli
altri e gli viene facile: sono le peggio cose che hanno fatto o faranno pure
loro.
Sono
tutti esperti, in peggio cose, su questo non oso nutrire dubbi.
Questo
fare di tutta l’erba un fascio è ingiusto! Questo disamore per la politica e
questa diffidenza tout court sono perniciose! Già sento gli umori che si
scaldano. Già, avete ragione.
D’accordo.
Potremmo dunque votare chiunque abbia un dettagliatissimo programma del breve,
medio, lungo termine con specifica delle modalità di attuazione, provenienza
dei fondi e nomi e cognomi di ogni possibile alleato e collaboratore che
contenga firma preventiva di dimissioni con pubbliche scuse e ritiro dalla
scena in eterno alla prima omissione o deviazione, che non pronuncerà mai – mai
vuol dire mai – menzogne contro colleghi attualmente in carica o concorrenti in
altre liste. Naturalmente ogni candidato dovrà espressamente richiedere agli
organi di giustizia di essere tratto immediatamente in arresto e condannato a scontare
l’intera pena con i tempi e i modi dei comuni mortali qualora trovasse fonte di
arricchimento dall’incarico per sé, familiari, parenti, amici e amici degli
amici. Forse potremmo anche specificare che gli italiani non meritano di
mettere croci su bifolchi, inquisiti, cattivi e fanatici.
Ci
vediamo alle urne?
La politica ormai si fa così: parlando poco dei propri progetti e denigrando molto quelli altrui. C'è una precisa strategia, avallata da molti teorici della comunicazione, che mira a colpire gli indecisi - ovvero la maggioranza degli aventi diritto al voto - e bypassa chi convinto lo è già. Inutile dire che questo teatrino, in cui personaggi e ruoli sono stabiliti, mi annoia: conosco la trama, intuisco l'esito, pochissime cose riescono ancora a sorprendermi. Il rito delle urne diventa così soltanto più un dovere da assolvere stancamente, senza vera convinzione. Il che rappresenta la morte della democrazia partecipativa.
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