Io
lo chiamo acquisto emotivo. Sarà capitato a molti, di comprare un biglietto per
una partita di calcio, di darsi allo shopping, di entrare in libreria e
prendere un libro al volo, di trangugiare due brioches una in fila all’altra. Intendo
di farlo così, per rispondere a una domanda che non tace, per colmare un vuoto,
per occupare il tempo, per cercare un conforto.
E’
una cura fugace e blanda, lo abbiamo provato. E ci ritroviamo allo stadio senza
voglia, con l’armadio zeppo di vestiti con il cartellino, un libro che prende
polvere su una mensola, un etto in più a mò di ciambella intorno alla vita.
Allora
ho provato a giocarci, con la compera di consolazione. A prendere davvero l’energia
del calciatore, a indossare una maglia come talismano, a vestire i panni dell’eroina
del libro, ad assorbire la dolcezza della brioche.
Era
notte e lei, la luna, mi guardava. Tonda e grande come mai. Lei che c’è sempre
e che abbraccia silenziosa per lenire i nostri pensieri al buio. Faceva così
tanta luce che stentavo a crederci, fosse proprio notte. Ho chiuso gli occhi e
le ho chiesto di regalarmi quella forza lì, quella di prendere emozioni da tutto
senza acquistare un fragile surrogato di virtù.
Non
so se il dono arriverà, però mi è parso sorridesse. Forse ha apprezzato la
buona volontà, chissà. Quella di provarci, a credere che basti il sogno di
farcela.
Ringrazio Sonia per la fotografia.
Nessun commento:
Posta un commento