Pagine

lunedì 26 novembre 2012

Il segnalibro blu nel cielo uggioso


Deve voltare le spalle alla finestra.
Accendere la luce e immaginare un sole che non c’è. Accendere la radio e stordire il rumore della pioggia.
Non ce la fa. Quel cielo bigio è un peso sull’anima. Intorpidisce. Sveglia i pensieri che non vuole avere tra le mani, quelli cenerini come il cielo appunto.
Macché malinconia romantica. E’ una cappa di angoscia, una riunione di fantasmi che danno il tormento.
E più si appresta a cucire per scacciare la nuvola densa che la insegue più sprofonda in una confusa agonia di inutili tentativi. Non può ingannarsi. Non gira lo sguardo ma la luce non illumina abbastanza e la radio non grida a sufficienza. L’uggia è più forte, è come una prigione dalla quale non c’è mezzo per scappare. In casa o fuori la costringe a quella resistenza orribile.
La poltrona è una culla con le spine. Non può lasciarla ma sente le punture nella carne. Posa la stoffa, l’ago, il filo. Con un libro andrà meglio. Allunga la mano e prende quello impossibile, è lì da mesi, forse da anni, sempre sullo stesso ripiano, sempre con lo stesso nastro blu infilato a memoria della stessa pagina. Un supplizio. Perché l’oppressione sul petto è anche quella spirale malvagia, andarsi a cacciare ancor più nella tristezza invece di prenderla a calci.
Quando le arrivano gli occhi alle lacrime lo richiude, non prima di aver rimesso con grazia il segnalibro blu. Passerà, se domani esce il sole.

Nessun commento:

Posta un commento