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lunedì 31 dicembre 2012

Sereno 2013 !


Non vorrei formulare desideri e propositi.
Non posso puntare al futuro. D’altra parte il passato è lì, nelle cose e nell’anima. Ma insomma c’è soprattutto il presente. E un brindisi imminente che mi attende. Forse amalgamare perfettamente tutto è impossibile e allora…Allora lascio che sia, nei pensieri e nei passi. Con la festa che magari non è da celebrare ma alla quale partecipo, questa volta si, con la pienezza delle prime volte e delle ultime insomma di quei momenti di magia ai quali per nulla al mondo è lecito sottrarsi.
E’ questione di istinto e di bisogno. Voglio toccare i secondi intorno alla mezzanotte, guardare le stelle e consegnare al cielo un sorriso, in silenzio. Poi gridare auguri! E infilarmi in una discoteca affollata a ballare e a ridere. E’ un minuscolo moto di grinta e amore. Non per affidarmi al nuovo anno. Ma per scrivere il primo minuto del 2013 con passione.
Altro che contorsionismi cerebrali e filosofie di alto profilo. Devo varcare la soglia del 1 gennaio 2013 con lo slancio semplice dell’entusiasmo puro. Tutto il resto è troppo grande, adesso non riesco neanche ad immaginarlo.
Leggerezza, questa sera una pausa di leggerezza. Me l’ha chiesta il cuore.

giovedì 27 dicembre 2012

Anima in pena


“Se c’è soluzione perché ti preoccupi?
Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?”
A memoria direi che il semplice colpo di genio fu di Aristotele.
Siamo umani, ecco tutto. Dovremmo accettarlo serenamente. Agire quando si può risolvere, altrimenti lasciare che sia. Senza ansie e tormenti, con ferrea e sana filosofia.
Una teoria facile e impeccabile!
La pratica però è un’altra storia, da scrivere con le lacrime, il sudore, i sospiri, la stanchezza. E pure con la desolazione. Perché intanto la giostra non si ferma e guai a scendere. Con tutte le risate, il chiacchiericcio, i lazzi di chi la tua pena non la vede neanche.
Vorresti poterlo avere accanto in carne ed ossa, Aristotele.
Metterlo alla prova. Stare a guardare come se la cava. Farti insegnare concretamente a camminare nella vita senza lacerazioni, con rassegnazione soave, con sorriso e grinta in dosi perfette.
Ma è solo un sogno, una battuta, uno sfogo. Aristotele te lo devi far montare dentro in qualche modo, con uno sforzo immane di training autogeno, rialzandoti ogni volta che frani, facendo un abbonamento alla pazienza. E, comunque, ingannandoti un po’ con la speranza…
(immagine J.W. Waterhouse)

giovedì 13 dicembre 2012

Polverina magica


Da bambini era quella dei maghi e delle fate. A Carnevale sognavi fosse quella del riso o del prurito, pur di crederci andava bene qualsiasi effetto.
Crescendo non vuoi archiviare l’ingenuità e la fantasia. Anzi, se la prima fai proprio fatica a trattenerla nell’anima la seconda la lavori con destrezza perché sia la forza che muove slanci e speranze. E ti accorgi che è volontà e dedizione, una sorta di impegno affettuoso che regala qualche attimo di letizia o un risultato stupefacente.
Una meraviglia, la polvere magica.
Fai i conti, ovviamente, con le scale e le altalene. Non è sempre sereno il cielo, qualche volta non trovi la bacchetta e agiti nell’aria le mani vuote. Ma passa, come la nottata. O almeno è quello che devi pensare, è quella la vera polverina magica. Qualcuno la chiama spirito di vita…

lunedì 10 dicembre 2012

Pillole d'aria


L’anziana signora Maria lamenta una serie di disturbi. Amorevolmente condotta dai figli inizia una girandola di visite, esami, analisi. I migliori specialisti, almeno siamo tranquilli, dicono i figli.
Qualche malanno è individuato ma nulla di grave. Qualche pasticca, un periodo di iniezioni, riposo e tanta attenzione. La signora Maria combatte più che altro con l’età ma comunque l’acciacco si vede e la medicina provvede.
Passano i mesi ma la signora Maria non migliora. E’ malinconica e debole. Non ha più gli occhi vispi di prima.
Un giorno, la giovane donna che l’aiuta nelle faccende domestiche ha un po’ di tempo libero e, impensierita da quello sguardo triste, finito di riordinare la casa le propone una passeggiata. Il viso di Maria si illumina ma subito ricorda le esortazioni dei figli “non uscire, magari cadi” e allora ci ripensa, meglio di no. La giovane ha il coraggio di insistere - e ce ne vuole sapendo che se accade qualcosa l’accuseranno come minimo di essere stata incauta - assicurandole che faranno solo pochi passi, fino alle panchine del giardino di fronte.
La signora Maria rompe ogni indugio. Esce aggrappata al braccio della giovane, arriva a fatica fino alle panchine. Si siede un po’ stanca, “non sono più abituata” …, e insieme chiacchierano per una buona mezz’ora. Compiono il percorso di ritorno a casa. La giovane le prepara un buon tè, la fa accomodare in poltrona e nota un pizzico di colorito sulle guance di Maria. E’ contenta, la saluta con un arrivederci alla settimana successiva.
Arriva il giorno e la giovane vede delle anziane signore sedute sulla stessa panchina che la settimana prima aveva ospitato lei e la signora Maria. Sale di corsa le scale, Maria l’accoglie con un sorriso. Signora Maria, dice tutto d’un fiato, ci sono le sue vicine di casa sedute in giardino, si metta le scarpe e una giacca, la porto da loro e poi torno a prenderla quando avrò finito le pulizie.
La signora Maria tentenna, è confusa ma si vede che vorrebbe…La giovane non desiste, le prende la giacca, la esorta a non preoccuparsi.
Dopo alcune ore la giovane torna a prendere la signora Maria. La trova che ride dei racconti di una conoscente e fa battute spiritose. Quando si alza e prende a braccetto la giovane il passo è abbastanza sicuro. Si volta verso le amiche e dice “arrivederci”. Una di loro risponde “domani vengo a trovarti”.
E’ fatta, pensa la giovane, la signora Maria sta ritrovando vigore e il suo umore è già molto migliorato!
Vanno a casa. Giusto pochi minuti. La giovane deve andarsene ma le chiede se ha ancora bisogno di qualcosa, Maria prende in mano una scatola di medicine e le dice: le prendo ma non mi faranno mai bene come le pillole d’aria! Vai tranquilla e grazie, grazie per sempre. Ha gli occhi lucidi. E anche la giovane si commuove un po’.
La signora Maria ha ancora i segni dell’età ma sta meglio, molto meglio ora. La signora Maria tutti i giorni beve il tè con le vicine di casa ora. La signora Maria la domenica cucina per i nipoti ora. La signora Maria esce almeno due volte alla settimana, anche solo per una passeggiata, ora.
E quando la giovane donna arriva per le faccende domestiche trova il caffè sul fuoco…la signora Maria l’abbraccia forte, ogni volta, senza parole. Non servono.

martedì 4 dicembre 2012

Chic choc


Chiarito che non è uno scioglilingua e che mutua dal francese la grafia, chic choc (lo scriveremmo shock in inglese ma abbinato a chic francese è perfetto choc) è un’eleganza intensa o violenta, che turba e traumatizza. Così pomposa da irrompere sulla scena in modo aggressivo. O trasgressivo.
Perché, diciamolo, la ricercatezza talvolta è così estremizzata da diventare maniacale, convulsa, stucchevole. E qualche volta vuole urtare, rompere, imporsi, sprezzare l’altrui sobrietà.
Ecco, chic choc è un ossimoro. Perché l’eleganza ha un altro tono. Mescola con grazia buon gusto e semplicità, aborra l’ostentazione, non esaspera il costume.
Il profilo distinto e raffinato è frutto di educazione e umana armonia, l’esuberanza choc è affettazione pura, un’artificiosa e penosa affermazione di se. D’altra parte, narra la signora Lia, spesso il personaggio smodatamente vistoso cela insicurezze e ansie di riscatto. Si veste di griffes per ben figurare o per dimostrare ricchezza o per emulare gli appartenenti a una cerchia della quale vorrebbe far parte.
Il guaio è che lo chic choc innesca per lo più l’effetto boomerang. Genera imbarazzo, suscita ilarità, provoca sconcerto. E’ controproducente e quindi pure avvilente!
Uno snob si tira addosso l’antipatia di tutti. Un goffo elegantone è proprio un elefante in una cristalleria. Impalato nell’abito di moda a parecchi zeri sulla scarpa di tendenza che fa pendant con tutti i costosi e firmatissimi accessori in un trucco di marca top quality con il collo stretto in un foulard di seta dello stilista più esclusivo il tipo chic choc è francamente un vulnerabile e facile bersaglio di isteria e scherno collettivo…
Est modus in rebus! Il troppo stroppia, accidenti.