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giovedì 27 dicembre 2012

Anima in pena


“Se c’è soluzione perché ti preoccupi?
Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?”
A memoria direi che il semplice colpo di genio fu di Aristotele.
Siamo umani, ecco tutto. Dovremmo accettarlo serenamente. Agire quando si può risolvere, altrimenti lasciare che sia. Senza ansie e tormenti, con ferrea e sana filosofia.
Una teoria facile e impeccabile!
La pratica però è un’altra storia, da scrivere con le lacrime, il sudore, i sospiri, la stanchezza. E pure con la desolazione. Perché intanto la giostra non si ferma e guai a scendere. Con tutte le risate, il chiacchiericcio, i lazzi di chi la tua pena non la vede neanche.
Vorresti poterlo avere accanto in carne ed ossa, Aristotele.
Metterlo alla prova. Stare a guardare come se la cava. Farti insegnare concretamente a camminare nella vita senza lacerazioni, con rassegnazione soave, con sorriso e grinta in dosi perfette.
Ma è solo un sogno, una battuta, uno sfogo. Aristotele te lo devi far montare dentro in qualche modo, con uno sforzo immane di training autogeno, rialzandoti ogni volta che frani, facendo un abbonamento alla pazienza. E, comunque, ingannandoti un po’ con la speranza…
(immagine J.W. Waterhouse)

2 commenti:

  1. Già... leggi cose bellissime, ma anche io mi chiedo se poi sono pratiche reali di vita.
    Tanti auguri anche a te, cara Irene, Grazie per le tue visite.

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