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venerdì 14 novembre 2014

La scuola più bella del mondo: curre curre, guagliò

Con La scuola più bella del mondo, Luca Miniero tratta ancora le differenze Nord/Sud con la consueta ironia (nel solco dei precedenti Benvenuti al Nord, Benvenuti al Sud, Un boss in salotto) immergendosi egregiamente nel mondo della scuola.
Lo fa con una comicità leggera e accattivante che riesce a fotografare la realtà dei problemi, dei disagi e delle arretratezze del ‘sistema’ e soprattutto ad accarezzare con forza gli aspetti più profondi di una certa deriva umana e culturale. Nell’incontro tra una scuola toscana e una scuola campana e dalle rocambolesche avventure che ne derivano ciò su di cui indugia Miniero è il materiale umano: alunni e professori. La storia de La scuola più bella del mondo è quella dell’impegno, della sensibilità, del metodo e del merito. E’ una riflessione di largo respiro che tocca le corde del nostro modo di concepire vita e società, studio e lavoro, relazioni educative e traguardi.
Al centro di tutto c’è un recupero ‘serio e giocoso’ insieme della professionalità, della passione, dell’entusiasmo. C’è quel senso del futuro possibile nonostante le difficoltose condizioni di partenza che forse abbiamo smarrito. C’è la voglia di credere, crescere, dare, imparare. Forse innanzi tutto nel confronto e nello scambio ma anche nella autentica dedizione a ciò che si fa, alle occasioni, ai momenti.
Ovviamente il film è condito da splendidi siparietti di gustosa ilarità, da frecciatine non troppo velate al nostro costume e alle sue storture, da un lucido e brillante contesto di sano conflitto tra stili, dialetti e ambienti, da un sottile disegno di irriverenza. Così il prodotto finale è davvero intenso e godibile, bello e stimolante. Quasi commovente in qualche scena, decisamente esilarante in altre.
Un vero spaccato del nostro Paese e di noi stessi. Della nostra ‘scuola’ che è anche un po’ metafora di tutti i cammini di apprendimento, lavoro, conseguimento di obiettivi, realizzazione di sogni.
Ecco, una grande lezione quella che ci offre dal grande schermo La scuola più bella del mondo. Complice un cast di altissimo livello la visione è assolutamente consigliata. Christian De Sica, Rocco Papaleo, Miriam Leone, Lello Arena, Angela Finocchiaro e tutti, davvero tutti (ragazzini inclusi) gli interpreti, sembrano perfettamente calati nello ‘spirito della missione’.
I due mattatori, De Sica e Papaleo, risultano eccellenti portatori di un
messaggio reso vivo e palpabile da una recitazione piena e vigorosa. I loro talenti e i loro ritmi così diversi si calano meravigliosamente nei loro ruoli a puzzle. Mostrano ancora una volta la loro cifra, il loro timbro di artisti. E, d’altra parte, hanno intorno una trama e dei compagni di viaggio di straordinaria qualità.
Luca Miniero anche questa volta ha fatto centro.
Mi è piaciuto. Molto. Curre curre, guagliò è un’imperdibile emozione!

A…Sorata il mio personalissimo chapeau.

giovedì 13 novembre 2014

Gentilezza

Giornata mondiale della gentilezza.

Che lei, la gentilezza, merita altroché una celebrazione. Rispettarla e amarla fa vivere tutti infinitamente meglio.
Nulla è facile, neanche praticare la gentilezza. Quello che è facile però è comprendere al volo quanto sia deliziosamente soddisfacente, distensiva, produttiva. Riconcilia con se stessi, innanzi tutto. E apre una quantità incredibile di porte.
Di sorriso in sorriso l’atto di cortesia è gioia, arma, scoperta. Perché è come una giornata di sole, un panorama mozzafiato, una soluzione. Ci restituisce sempre qualcosa. Ci fa incontrare una pace altrimenti impossibile. Ci consente il traguardo della speranza e talvolta pure del sogno.

Che nella pazienza con la quale le tributiamo affetto ci sono milioni e milioni e milioni di occasioni per comprendere un po’ il bene e il male, il mondo e gli umani, i pensieri e i passi di quello che chiamiamo destino.

venerdì 7 novembre 2014

Te lo volevo dire

Te lo volevo dire. Ma non ho mai trovato il coraggio, non ho avuto il tempo, temevo tu non capissi, ero confuso e amareggiato, non c’è mai stata l’occasione giusta.
Capita proprio così. Più o meno a tutti, almeno una volta nella vita. Con qualcuno ‘che conta’ e dopo resta nei rimpianti, con chi ci siamo lasciati sfuggire e chissà dove pensa che ci siamo negati.
E d’altra parte questo siamo. Imperfetti umani. Che di appuntamenti mancati abbiamo l’agenda piena e il cuore gonfio.

Inutile, forse, ripromettersi di non dare più confidenza all’errore, all’orgoglio, alla vergogna, alla paura. Al massimo possiamo tentare un’alleanza con la libertà e la semplicità per esserne ispirati quanto basta per vivere con meno freni che alitano sul collo…

martedì 4 novembre 2014

Confusi e felici

Confusi e felici, un film di Massimiliano Bruno appena uscito nelle sale cinematografiche. Una bella commedia all’italiana, con un cast favoloso: Claudio Bisio, Marco Giallini, Anna Foglietta, Pietro Sermonti, Rocco Papaleo, Caterina Guzzanti, Paola Minaccioni, Gioele Dix.
Altro che arricciare il naso davanti alla comicità. Bisogna levarsi il cappello, perché la ‘leggerezza’ è il più grande veicolo di emozioni e riflessioni. Lì, come per gioco, tra le risate, una trama intrigante e scenette piacevoli, ci sono i sentimenti, i disagi, le speranze, i sogni.
E infatti Confusi e felici è un film godibilissimo che riesce a divertire e commuovere senza far leva su tragedie, pathos e dolore. Consegna la vita, la verità, l’ironia. Lui, Bisio, è uno psicanalista che a causa di una degenerazione rapida della vista si avvia alla cecità e incontra così la depressione. Loro, tutti gli altri Bruno incluso, sono i pazienti che si trasformano in amici e psicologi per stargli accanto.
La realtà è che il mammone, lo spacciatore, la ninfomane, la coppia in crisi sessuale, il cronista cornuto non vogliono perdere il loro punto di riferimento ma, nel viaggio insieme, riescono a dare moltissimo. Le nevrosi, le crisi, i problemi di tutti diventano un calderone di autentica condivisione, di naturalezza, di normale esistenza. Alla fine Bisio, diventato cieco, ritroverà la ‘vista’, quella dell’anima, proprio grazie a quei bizzarri compagni di avventura. E loro pure guariranno. Finalmente liberi, o liberati da quella felice combinazione di complicità, destino, buona volontà e affetto.
Bello, Confusi e felici. Fresco e brillante ma sapientemente profondo. Tanto da farci sognare tutti d’essere nell’allegra brigata di disperati e sbandati. Perché in quella varia umanità c’è il calore e la spontaneità che talvolta perdiamo, attorcigliati su noi stessi o emarginati dagli altri. Un film nel quale l’imbarazzo del ‘diverso’ è sostituto dalla risorsa delle diversità. Che piccola, grande meraviglia.
Bravo, Bruno. Che pare divertirsi sul set e a dirigere. Con un po’ di piglio e un po’ di genuino candore.
Senza effetti speciali eppure speciale. Confusi e felici, il buon cinema che non ha bisogno di kolossal e insegna a vedere. Vedere davvero.

Ottimi gli interpreti. Tutti.