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mercoledì 11 giugno 2014

Via del Campo

Dai diamanti non nasce niente
Dal letame nascono i fiori
Una poesia indiscutibile come mai altra. Che nella musica ha trovato un fiato in più, quello che arriva veloce, alla pelle e nelle ossa.
Parole che il mondo conserva anche se, ottuso o strafottente, fatica a pronunciarle nei gesti della vita, nel senso delle giornate, nelle pose dell’animo.
Parole che smascherano, burlano, accoltellano. Con il sorriso amaro della rabbia o quello dolce della consapevolezza. Perché la verità non la inventi. E’ lì e basta. Se fai spallucce e pensi di potertene prendere gioco prima o poi bussa alla tua spalla, implacabile.
La realtà fa solo finta di inchinarsi agli ori e al belletto. Sono gli uomini, se mai, a esserne sedotti, a non saper più vedere la bellezza, l’amore, la vita.
Basta prenderla per la mano
La puttana con gli occhi grandi color di foglia
Così, semplicemente.
Grazie, Fabrizio De André.
(foto di Conci Rinaudo)

martedì 25 marzo 2014

Giuseppe Cirigliano il professore

Ama la filosofia, insegna lettere, professa l’arte della poesia e della musica, Giuseppe Cirigliano. O così mi piace ritrarlo, con i tasselli che possono comporsi e scomporsi e accomodarsi nello spazio e nel tempo in originali combinazioni.
Che forse è tutto scritto nel dna o nei pensieri che si sono intrufolati nei grandi e piccoli risvolti della vita, hanno baciato rime e camminato con le note. E un po’ nei fatali incontri, quelli che ha respirato e abbracciato con passione.
Già, Giuseppe Cirigliano è un personaggio per vocazione e applicazione. Perché la materia maneggiata bene fa meraviglie, concede grazie, compie percorsi. Dalle fondamenta, mattone dopo mattone, puoi sfiorare il cielo.
Capita così che lo trovi in cattedra, sul web a dilettare con Montaigne, Rimbaud, Leopardi, Pierro, ad accarezzare Totò, Tenco, Guccini o su un palco a interpretare il ‘suo’ De Andrè. Magari pure di leggerlo in un curioso divertissement intellettuale come ‘Filosofia in versi’, un libricino che ha la forza di avvicinare chiunque a Platone, Aristotele, Socrate, Cartesio, Kant e a tanti altri protagonisti della filosofia occidentale.
E, badate bene, sono tutti gli ingredienti mescolati sapientemente a fare la ricetta Cirigliano ovvero un piatto di cultura, ironia e leggerezza. Nulla sta lì a caso e nulla sta dentro a forza, nei versi scivola tutto come acqua nel letto del fiume.
Un uomo ‘alternativo’ ma alternativo a cosa? Alla noncuranza, alla superficialità, alla seriosità, alla grettezza. Di piglio ma anche di dolcezza. Lo spirito si nutre di profondità e di romanticismo e i toni, acidi o melodici, svelano un ritmo intenso, suadente, originale. Così, nei passi e nelle parole di Giuseppe Cirigliano ci sono amore e studio, gusto e audacia. Ma anche l’instancabile cura delle sfumature. Tutta roba che non è così comune, bisogna dirlo. Soprattutto perché di sensibilità, umiltà, dedizione non è proprio pieno il mondo.
D’altra parte altro non poteva fare, altro non poteva essere. Lui, Giuseppe Cirigliano,
segue la sua stella. Con garbo e vivacità, due timbri che insieme sono già metà dell’opera. L’altra metà è quella di ogni riga, di ogni canzone, di ogni lezione.  E di un libro come ‘Il primo De Andrè’.
Che dirgli? Complimenti, è un piacere conoscerti!

Sulla mia cattiva strada, diceva De Andrè. La migliore, direi io. E tu ci sei.