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martedì 5 marzo 2013

Tour Basilicata: da Grottole a Ferrandina, in ordine sparso!


L’area collinare materana, le valli del Bradano e del Basento, i territori che dal cuore della Basilicata già si spingono verso la costa jonica mi accolgono tra uliveti, enormi distese a pascolo, caratteristici centri di peculiare storia e architettura.
Macino chilometri, non mi affido ai percorsi razionali. Intraprendo un percorso a zig zag, assecondando l’istinto, inseguendo un richiamo, annusando l’aria tra ambienti variegati.
E’ così che esploro le bellezze e mi concedo il lusso del tempo e del piacere. Non sono una turista, viaggio per incontrare e toccare, desidero capire e qualche volta qui mi capita di amare…
Grottole, Miglionico, Pomarico e poi Ferrandina sono un mosaico di atmosfere, una dimensione da attraversare con lentezza, indugiando a cogliere qua e là istanti di piacere semplice. Da Grottole delle argille, con le tracce di insediamenti preistorici, greci e romani, mi immergo nel fascino di Miglionico e del suo Castello del Malconsiglio dopo aver goduto un po’ di sole lungo gli splendidi pendii. E’ una girandola di impressioni, una matassa che provo a dipanare come sempre prendendo le misure degli sguardi, con calma. Basta poco e tutto mi arriva chiaro e limpido come il cielo.
Sto lì a fantasticare sulla storia nel luogo della Congiura dei baroni mentre osservo centinaia di corvi che vi hanno fatto il nido e svolazzano in entrata e in uscita impettiti come padroni.
Quando riprendo il viaggio mi guarda da lassù, dominava davvero perfettamente la zona!
Davanti a me distese di verde scintillante e chiaroscuri di forme e saliscendi.
Girovago a lungo in un paesaggio da cartolina, fuori dall’abitato, tra le braccia di una natura delle origini, a tratti aspra e poi di nuovo calda, in un tortuoso altalenarsi di vegetazione vivace e di arbusti selvaggi, con gli occhi che fissano immagini su immagini come in un album di fotografie.
Ho preso la direzione per Pomarico, forse non dista molto quando l’avventura mi balza addosso sotto forma di cinque cani pastore (benché sia riuscita a ritrarne solo 2 più un terzo appostato a distanza, le splendide bestie a tutela del gregge erano ben cinque!) che prendono coraggiosamente a latrate l’automobile con il lampante intento di intimorirci o…di sbranarci. La minaccia è giunta forte e inequivocabile: via da qua, il gregge non si tocca. Il pastore ha riso, da lontano, compiaciuto.
In paese poi, la visita è stata fortunatamente più quieta. Lieve e fresca, direi. Come la brezza che il mio cappuccio testimonia…
Ho lasciato Ferrandina per ultima nella narrazione, diciamo che è una forzatura “letteraria” che mi sono concessa, in verità potete collocarla al primo posto o nel bel mezzo di questo tour senza navigatore, bello perché lasciato alle ispirazioni e alla libertà. 
Mi sono piaciuti molto l’ordine grazioso di Ferrandina, la sua posizione, i suoi uliveti, l’allegra composizione di stili e colori, una sorta di respiro cittadino. E…una buona gastronomia: per sapere che bontà ho gustato potete leggere quello che ho scritto qui.

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