Come
saprete, la tomba di Carlo Levi si trova ad Aliano (in provincia di Matera), il
secondo paese del suo confino ovvero quello che lo accolse per lungo tempo,
Grassano è il primo, dove soggiornò brevemente. A Grassano splendide maioliche
commemorative ricordano Carlo Levi con passi tratti dalla sua opera.
I
passi e le parole di Carlo Levi in Basilicata sono il tesoro dei lucani, dei
visitatori e di tutti i lettori di Cristo si è fermato a Eboli. Ma c’è
qualcosa, nel destino, che è patrimonio dell’umanità, anche di quella assente,
ignara, avversa, distante. E’ l’ironia dei sogni.
Antonino
sognava di andarsene dalla Basilicata e di seguire Carlo Levi. Carlo Levi ha
scelto di essere sepolto proprio in Basilicata. In qualche modo è stato lui a
seguire Antonino. Il cerchio dei sogni si è chiuso insomma nella stessa terra,
quasi a testimoniare che la geografia dell’anima è più forte di quella dei
luoghi. Forse addirittura a prendersi burla delle smanie di chissà quale
viaggio in una realtà più scintillante. A consegnare alla memoria la forza
dirompente di una vitalità intrisa di semplice natura. A insegnare che il cuore
può cogliere bellezze che gli occhi non vedono.
Forse
l’oro del grano che riscaldò il cuore di Levi nella discesa morbida del colle
per Antonino era una luce troppo fioca. Un limite angusto. Un orizzonte
angosciante. In libertà Antonino non poteva intendere quali sensibilità la
restrizione acuisce e, soprattutto, forse non sapeva quale dono può ricevere
l’uomo dalla natura che non corre via da se stessa…
D’altra
parte siamo tutti, stoltamente, attratti dall’altrove che ci appare più ricco o
curioso o spettacolare o infinito. Rinunciamo a cercare l’universo nella sua
autentica essenza e ci perdiamo in aneliti e speranze che offuscano lo
splendore che abbiamo intorno.
Forse
si sono rivisti, Levi e Antonino. In spirito o in cenere, da qualche parte
nell’aria o in un regno sconosciuto. E mi piace immaginare il loro sorriso e il
loro abbraccio.
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