I
conti della serva, dicevano i nonni. Quelli che tornano, sempre.
A
uno che non ha un euro in tasca non vai a dirgli che i soldi non fanno la
felicità. Però lui sa meglio di chiunque che desidera molto di più qualcosa di
simile a una vita dignitosa che a un’esistenza da nababbi. Non sogna la Ferrari e non ha bisogno
di trastullarsi con lo shopping. Ma vorrebbe tanto poter mangiare quello che
più gli fa gola, non sudare freddo a ogni bolletta, portare i bambini in
gelateria, pagare l’affitto di casa e magari dormire senza angoscia la notte.
Non
credo che il ricco che lo lascia in povertà gli faccia invidia, se mai rabbia. Una
rabbia così umana che la devono comprendere tutti. Una rabbia così umana che
può diventare difficile contenere e perfino punire.
Se
il rischio se ne infischia siamo nella giungla. E allora la legge della giungla
è quella del più forte, in qualsiasi senso e modo. Se il povero vince con i calci
e i pugni diventa il leone, tout court. Altro che raccontargli che bisogna
essere succubi pacifici.
Direte
voi che tra gli opposti poli c’è la “massa”, quella che sopravvive o che non è
ricca e non è povera. Una massa ridotta assai, mi pare, ma consideriamola pure.
E avanti giungla allora, perché in una società stagnante, avvilita e sfibrata
la massa tenderà facilmente al basso e quindi andrà a aumentare le fila della
povertà. Non sarà un cuscinetto insomma.
I
conti della serva, quelli che tornano sempre, non dicono se sono più potenti i
numeri o i
mezzi però io una modesta teoria ce l’ho. Fino a un certo punto, l’ora
X, prevalgono i mezzi: molti mezzi concentrati in poche mani tengono in scacco
molte mani vuote. Quando poi l’orologio raggiunge l’ora X, quella della fame,
della disperazione, dell’indignazione, del terrore o come vi piace chiamarla,
le mani vuote iniziano a menare colpi, a stringere gole, a fare razzie e molte
altre cosucce più o meno simpatiche.
E’
la natura, people! Assomiglia a quello slancio impetuoso e febbrile dei ricchi
quando difendono il loro recinto, si alleano per conservare i privilegi,
cacciano indietro i poveri.
Qualcuno
lo chiama istinto. Spazza via tutto l’ordine costituito della pazienza, del
buon senso, del garbo, della civiltà.
Brutale
e orribile, è vero.
D’altra
parte se governa quelli che stanno bene come possiamo ostinarci a credere che
non possa governare chi sta male?
Sono
i conti della serva, quelli che tornano sempre.
Roba
che pure i soldi conoscono. Quasi fanno i Robin Hood da soli, si consegnano con
piacere ai portafogli rotti dei poveri perché almeno li rispettano, dice la
signora Lia.
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