Novara
o il centro esatto del mondo, poco importa. Il ghostwriter viaggia e vive nel
luogo mentale dell’autore o meglio in quello della sua storia. Che scriva un
romanzo, faccia il ghostblogger o produca testi per il web, il ghost è senza
fissa dimora. Dimensione peraltro perfetta per un ghost. Puro spirito che
produce parole, studia, raccoglie, narra. E, naturalmente, sta incollato alla
tastiera.
Qualche
volta, come me, fa pure qualche comparsa, lancia segnali di fumo. Non è solo
per battere un colpo di presenza e attrarre “clienti”, è anche elaborazione
delle esperienze. Insomma digita qualche riflessione sul proprio lavoro, per
diletto o per turbamento…
Talvolta,
alle prese con gli elementi sottotestuali e il pubblico di riferimento, mi
piace
una sosta di sorrisi e respiri mentre lascio fluire tra i pensieri di
scrittura i grandi richiami di fondo e le sfumature evocative del giusto
paesaggio emotivo.
Magari
oggi è pure l’ebbrezza della sfida. Sono in uno di quei contesti di
comunicazione che sparano addosso una raffica di fuochi d’artificio!
Non
è come quella volta che dovevo essere la bottiglia per un naufrago e neanche
come quando ho fatto la freccia di un arco. E’ un’altra pagina, questa volta
sono un aquilone, che scappa dalle mani e fa piroette nel cielo.
Secondo me è quasi impossibile essere davvero the ghost in the machine. La personalità di chi scrive - anche per altri - lotta sempre per emergere alla luce. Vuole far saltare la serratura che la rinchiude e dunque forza le parole, le frasi, persino la punteggiatura. Possibile tenerla sempre a bada?
RispondiEliminaNon so se sarei capace di scrivere per altri, però ammiro chi lo fa.
Ciao Irene.
P.
Si, lo "sporco mestiere" è accettare (e possibilmente vincere) la sfida...quella del confronto con la storia e le parole in un gioco al cesello su percorsi da equilibrista.
RispondiEliminaNon tieni sempre a bada la personalità, è la personalità che tiene in mano le redini della "professionalità"...
Talvolta è durissimo, bisogna ammetterlo. Ma educa. Ovviamente entro certi limiti, oltre esiste il rifiuto come unica scelta possibile e saggia.
Grazie, sono riflessioni utili
Ciaoooo!