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mercoledì 1 febbraio 2012

Acrobazie e curriculum

Non è solo questione di astuzia un po’ imbrogliona, è storia di ingegno e audacia. E anche, diciamolo, di necessità. Anzi, forse nulla più della necessità stimola la temerarietà e affina l’arte di arrangiarsi. Ma ecco che, mentre chi è a caccia di lavoro si cimenta nell’elaborazione di curriculum da fuoriclasse, le grandi aziende navigano tra le piazze virtuali in cerca di verità sui loro candidati ideali.
Il nostro “profilo internet” è implacabile. Su un blog, su facebook, in qualche forum la nostra personalità è a portata di un click. Altro che portentose qualità confezionate su misura per proporci per qualsiasi ruolo e posto, a declinare le nostre “generalità” è la rete.
Se ci siamo sempre esposti per quello che siamo è impossibile non trapelino inclinazioni, interessi, temperamento nonché una serie infinita di dettagli non trascurabili: il livello culturale, la conoscenza di lingue straniere, la stessa dimestichezza con i mezzi informatici e molto altro ancora, perfino le vacanze preferite, l’amore per gli animali, gli sport più graditi. Balza fuori tutto, volgarità e cialtroneria incluse. Inchiodati alla realtà. Il curriculum, insomma, può davvero diventare solo un racconto di fantasia…
D’altra parte talvolta più di prodigiose prestazioni il curriculum offre disponibilità. Ecco, il bisogno muove a proporsi per qualsiasi lavoro, con tutte le forze, a qualunque condizione. Però anche qui, attenzione, possono valere le impressioni contrarie rilevate dal web. Fingersi volenterosi sopra ogni pretesa regge come vantare chissà quale talento se l’incancellabile scia lasciata in rete depone in senso contrario: la magnifica rete è anche una gabbia. O forse è solo una giusta prova!?
Sull’importanza della reputazione digitale Luigi Centenaro e Tommaso Sorchiotti hanno scritto il libro Personal branding: non l’ho letto ma intuisco che è una lettura da affrontare e consigliare.

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