Così
hai coronato il sogno di una nuvola di bianco tulle.
Tra
la musica di un’orchestra in festa, i piani invitanti di una torta, il riso che
volava in aria. E tu con gli occhi bassi, intenta a non incrociare lo sguardo
del desiderio. Quello che tante volte hai amato, lasciando però che avesse il
sopravvento la tua ambizione.
Non
un’attrazione fatale ma un gioco subdolo e malvagio. Un divertimento.
Un’evasione. Una conferma della tua capacità di cogliere ogni fresco frutto.
Una terribile rivincita sul tuo stesso squallore. E adesso che la nuvola bianca
ti consacra al mondo che hai tenacemente inseguito ecco finalmente un fremito
fastidioso. Un turbamento improvviso vela il tuo portamento spavaldo.
E’
paura. Paura che qualcuno mostri il coraggio della rabbia. Paura che qualcosa
infranga la vetrina del tuo splendido futuro.
L’ombra
ti segue. Senti l’alito sul collo. Recuperi con uno scatto di disperazione
tutta la tua grinta, ti volti con un sorriso di sfida sul volto e incontri
parole pronunciate a voce bassa, profonda, pacata: vorrei augurarti una vita
felice…
Non
sono rivolte a te! La voce parla tendendo la mano all’uomo raggiante al tuo
fianco.
A
te sono rivolte altre due cose: i punti di sospensione dopo l’uso già
raggelante del condizionale e l’assoluta indifferenza. La voce gira i tacchi
senza porgere alla tua vista alcuna occhiata e si allontana con passo fermo ma
quieto.
Ti
accasci nella nuvola di tulle bianco. E’ emozione, rassicurano tutti. No, è
l’urlo del tuo orgoglio bieco. Pochi sanno e quei pochi sperano sia una bella
lezione. Macché. Riprendi colore e passo e, nonostante bruci in petto
l’affronto, torni spumeggiante regina. Pronta a tutto. Chi si crede di essere,
pensi. Tu stai bene lì. L’uomo raggiante accanto a te è il miglior acquisto che
tu potessi fare.
E
pensi che lui, l’uomo raggiante, non sappia di essere il trampolino di lancio,
il preziosissimo veicolo per i tuoi incandescenti e lussuosi sogni, l’agognato
gioiello del tuo frenetico shopping.
Eppure taluni, sotto i cappelli e dentro gli abiti
chic, giurerebbero il contrario. E un vecchio e distinto signore mormora che il
tempo è galantuomo.
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