Parah
ha scelto come modella per i suoi costumi Nicole Minetti. Sembra un’operazione
pubblicitaria studiata sul rumore: una testimonial così discussa assicura a
Parah un tam tam decisamente forte e convulso.
Se
commercialmente questa scelta renderà, Parah avrà preso una giusta decisione di
strategia aziendale evidentemente.
Non
ci sarebbe da stupirsi, molti prodotti e molte mode devono il loro boom proprio
a campagne e a volti controversi, shock o audaci. Il periodo e le circostanze
però qui invitano a nutrire almeno qualche dubbio, accidenti… Nicole Minetti è,
o dovrebbe essere, un politico impegnato, un consigliere regionale in attività
insomma. Ed è, o dovrebbe essere, reduce scossa e imbarazzata (o turbata? o pentita?)
dallo scalpore sollevato da recentissimi eventi pubblici che hanno
letteralmente travolto l’opinione pubblica.
Non
posso giudicare Nicole Minetti per i fatti che l’hanno portata alla ribalta
delle cronache: a questo penseranno giustizia e storia. Posso solo pensare che
non è uscita proprio a pezzi dalla “vergogna”, che ha tempo ed energia per
occupazioni ben diverse da quelle di pubblico amministratore, che si trovi a
suo agio nel chiasso mediatico.
D’altra
parte non posso condannare Parah perché anche se trovo infelice,
insopportabile, deludente, quasi repellente la scelta agisce per pura logica di
profitto, credo. Mi innervosisce però il sospetto che una decisione così
sottenda una considerazione estremamente bassa della clientela, quasi una sfida
al buon senso e alla sensibilità culturale collettiva.
Capisco
quindi perfettamente Antonella Clerici che ha dichiarato che non comprerà
costumi di quel marchio. Questa in effetti è la vera arma che abbiamo. Non
unicamente contro Parah, s’intende. Ma per alzare la testa, per non lasciarsi
frullare, come sempre, dal “sistema”.
Preferisco
corredare il post di una fotografia di A. Clerici!
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