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mercoledì 6 febbraio 2013

Ha ragione Berlusconi ???


Il nostro è ancora un Paese che vuole inganni, illusioni e polvere nascosta accuratamente sotto il tappeto? Vuole l’incanto del benessere economico e della libertà facile?
Francamente non oso credere nell’imbecillità collettiva. E, soprattutto, desidero ardentemente una verità più romantica, dignitosa e fiera. La realtà delle mani, della fatica, della passione civile e soprattutto dell’umano coraggio. Spero che la grave crisi faccia riemergere la condivisione, la generosità, l’impegno, la semplicità. Mi auguro trionfi la forza buona della disperazione, almeno. E, finalmente, il bisogno di pulizia.
Capisco bene che l’insidia stia proprio nella necessità, nella solitudine, nel tracollo. Ma è questo che dimostrerà che gente siamo, se staremo a guardarci affogare o se ci tenderemo l’un l’altro la mano, se tireremo la cinghia tutti insieme per ritrovare il benessere, quello autentico, della qualità della nostra esistenza o se ciascuno cercherà qualche scorciatoia o inseguirà qualche chimera convincendosi vanamente di mettersi in salvo alla faccia di chiunque altro.
Spero si possa scoprire il senso di popolo e Paese, il patriottismo sano. Che non è frontiera ottusa o campanilismo becero ma orgoglio positivo e attivo. Amore e rispetto, ecco. Le armi migliori per rimboccarsi le maniche e per vedere con occhi limpidi.
Il nostro è ancora un Paese che vuole parole, promesse e obiettivi da nababbi? Vuole ancora pensare che la ricetta della “felicità” sia lo sfacelo morale, culturale e sociale nella cieca allucinazione di una vita “allegra”?
Prima e meglio di rivoluzioni sanguinarie potremmo fare rivoluzioni di pensiero. Nei fatti quotidiani, nelle scelte di onestà e di responsabilità, nella solidarietà concreta, nella negazione di qualsiasi lusinga che ci inchiodi alla disfatta, nel risveglio spirituale, nella determinazione a pretendere una politica “giusta”.
Essere nella condizione di poter scagliare pietre non è essenziale solo per il credente. C’è una ragione importantissima per tutti. Non dobbiamo essere schiavi del ricatto, prede della manipolazione, complici dei carnefici.
Ci lagniamo dei politici. Ma quello che temo di più è la loro rappresentatività. Se ci tengono in scacco, se ci hanno messo nel sacco e continueranno a farlo vuol dire che forse ci conoscono e ci assomigliano più di quanto vogliamo ammettere. Se possono prenderci per il naso è perché sanno quali sono le nostre debolezze e le nostre ambizioni. Degenerati tra i degenerati, disse una volta la signora Lia.
Rischiamo ancora di scoprire che nel nostro Paese tutti vorrebbero avere e fare come hanno e fanno quelli con il potere?
Anche senza soldi in tasca è più che mai indispensabile uscire di casa, ascoltare la voce del vicino, sfogarsi con l’amico, incontrare persone in strada. Stare vicini, toccare la realtà, non cadere nel tranello della guerra tra poveri ovvero quella che fa sentire furbi quelli che si vendono a chi li usa senza scrupoli per raggranellare consensi.
Più di tutto quello che non potremo mai avere conta quello che siamo e riusciremo ad essere, in barba a un equivoco storico con il quale rischiamo lo strangolamento.
L’unica cosa che dovremmo riuscire a proteggere, sempre, è appunto la dignità di uomini e cittadini. Voglio difendere il sogno della serenità non i castelli in aria. L’affanno che strazia è quello del dolore e della sopravvivenza, non quello che ci hanno messo addosso per inseguire modelli “vincenti” di ricchezza, bellezza e popolarità.
Adesso con un pugno di mosche in mano questo Paese può rialzare il capo.
Bandendo smanie assurde, con il piacere del dovere, con lo sprezzo assoluto della falsità, del tradimento, dell’illegalità. E, permettetemelo,dell’immoralità. Insomma urge il valore della riprovazione. Se evadi il fisco, fai affari con la criminalità, sguazzi indebitamente nel privilegio di cariche milionarie, fai cattivo uso dei soldi o delle posizioni pubbliche non sei più capace e invidiabile, sei un essere immondo.

4 commenti:

  1. Sottoscrivo quello che dici, con un unica sottolineatura: forse non dobbiamo dire più "noi", perchè un pensiero diverso in Italia c'è, fatica a essere rappresentato o forse la politica non lo rappresenterà mai... La politica è giustamente compromesso e mi accontenterei se fosse questo. Purtroppo è diventato molto altro...
    A noi quindi il compito di dire qualcosa di diverso come fai tu. Un abbraccio e grazie per le tue visite. Mi scuso della mia assenza, ma ho passato un periodo così...
    Giulia/Emilia

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  2. Sottoscrivo anch'io e come Giulia spero in un altro "noi". Che però stenta a farsi largo se non con le spallate o i cazzotti. Una rivoluzione del pensiero che, qualche tempo fa, auspicavo con convinzione: qualche foro in più nella cinghia porterà ad una riflessione globale sul senso delle cose, mi dicevo. Invece ha comportato (pare) soprattutto un incremento della paranoia, delle rivendicazioni urlate, insieme al riemergere dei soliti raccattaconsensi dopo qualche tempo di autoesilio di convenienza. C'è una via d'uscita? Probabilmente sì, ma per certi cambiamenti di paradigma occorrono ere geologiche. E mi sembra che, per ora, restiamo nel bel mezzo del Pleistocene.

    Ciao Irene, buon pomeriggio.
    P.

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  3. Grazie Giulia. Proviamo a dire (e a fare) qualcosa di diverso...sperando di essere molti, moltissimi ;
    Irene

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  4. Pim nella domanda del titolo c'è terrore puro infatti...
    Esatto, si sono acuite le distanze, le paranoie e la guerriglia tra poveracci. Tutti irritati dai sacrifici...
    Mah!

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