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giovedì 17 aprile 2014

La borsa parlante

Che le borsette la dicano lunga sulle donne è storia nota. Piccole, grandi, bizzarre o professionali ma tutte zeppe di dettagli rivelatori.
Altro che accessori, sono enciclopedie. Parlano già al primo sguardo perché il fatto che siano pochette, bauletti, secchielli, mega tracolle, al di là delle circostanze d’uso, svela un gusto. Il colore, i materiali, il numero di scomparti, la lunghezza dei manici sono chiari indizi di uno stile. Se poi abbiamo accesso all’interno tocchiamo quasi per intero una personalità. La donna sicura e pratica avrà un rigoroso ordine di cose essenziali, una piccola pochette per il trucco e gli elementi utili per le evenienze più comuni. La sentimentale avrà più o meno un particolare per ogni ricordo, persona, piacere della sua vita. L’ipocondriaca avrà la succursale di una farmacia. La donna insicura porterà tutto l’armamentario per ogni tendenza, emergenza, luogo di circolazione, durata dell’utilizzo.
Già. Bisogna considerare gli orari di lavoro, i giorni di festa, le serate con gli amici. Magari una borsa adatta per ogni occasione o una borsa per ogni occasione. E, appunto, l’indole. Che sei hai bisogno della copertina di Linus non osi la micro borsa neanche per andare in discoteca. E se invece sei molto free o molto spartana ti basta qualcosa più di un borsellino per infilare cellulare, chiavi e via.
Sempre se non scomodiamo i periodi del ciclo mestruale, l’influenza, i bimbi al seguito e altre giustificazioni per chiedere capienza alla nostra borsa. Ecco, se dobbiamo ricoverare fazzoletti e altre utilità, se non rinunciamo a penna e agenda, se dobbiamo avere una sciarpa a portata di mano o facciamo da scarica tasche per il compagno la borsa si dimensiona di conseguenza.
Però, se tutto questo fa parte dell’esperienza di tutte, la borsa che non soddisfa mai in pieno i desideri è fortunatamente uno spazio riservato a un numero più ristretto di donne. Donne che alla borsa chiedono troppo. Donne che non possono spendere troppo per la borsa dei desideri. Donne che avrebbero dovuto disegnare borse per far felici l’universo femminile.
Ecco, mi metto nella fascia marginale. Quella delle incontentabili che, per convincersi ad accontentarsi, nella vita ha accumulato un certo numero di borse insoddisfacenti.
Non che sia un grosso problema, per carità. Al più è buon esercizio di autoironia. Che francamente qualche volta mi tirerei il collo per questa sciocca guerra di borse. Se tornassi indietro, comunque, abbraccerei la pelle e ne farei un grande mestiere.

Potrei farlo anche ora? No, adesso devo portare a spasso tutte quelle che disgraziatamente ho comprato.

2 commenti:

  1. La borsa stessa è la mia coperta di Linus, il peluches che mi trascino dietro ovunque vada!! Le scelgo col cuore, al tatto...è l'unico accessorio rispetto al quale non sono mai indecisa e di cui mi innamoro. È grave??!!

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  2. Ahaha Prish, non è grave! La scelta di cuore è calda, perfetta come copertina ;)

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