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sabato 26 luglio 2014

Donne belle

Donne belle. Di brio e virtù. Perché c’è il gioco, sulle facce. Ma anche il guizzo, della passione e del gusto. Così, per civetteria o per allegria.
E la bellezza è tutta lì. Nella magia che fa incontrare brio e seduzione. Un po’ ricercata un po’ casuale. Come una danza sotto un cielo che all’improvviso porta pioggia. Tra risate e corse, con l’aria da bambine e il passo adulto. Con tutte le moine del corpo e quegli occhi che raccontano storie.
Che magari ci sono i dolori, nascosti. Ma non ce la fanno. Non ce la fanno a farle brutte, quelle facce. Messe in posa con il sorriso per celebrare e celebrarsi. Con tutta l’energia di un istinto. Perché il passato dei vestiti, delle scarpe, dell’acconciatura disegna tutti i colori del mondo. Il mondo delle emozioni.
In realtà, forse, tutto si spiega, altro che improvvisazioni. Qualcosa che ritorna annuncia e svela, così funziona nel terzo millennio. La moda, i balli, le musica scandiscono gli andamenti, dell’economia e del costume. Martellano per farci entrare, uscire, rientrare. Ci collocano in un’epoca. Ma ci lasciano l’illusione di averla scelta.
Ci sono facce che si rassegnano, facce che si ribellano, facce che allargano le braccia e accolgono quel che viene. O lo cavalcano, addirittura. Ecco, queste sono facce che fanno di necessità virtù. Donne belle. Perché, in fondo, in quello che è stato, c’è un amore che – se tornasse davvero – non sarebbe poi una catastrofe. Anzi. Un costume spiritosamente romantico al quale levare i calici in un brindisi. Che tanto, signori, avanti non si và, tanto vale arretrare con l’anima raggiante.
Vintage. Che spiega, se si vuole intendere. La storia si ripresenta, sempre. Quando le rendiamo omaggio, invece di farle spallucce o deriderla, significa che siamo al capolinea e non possiamo che rifare la corsa.
Allora, almeno, godiamoci le donne belle.

(Grazie a Conci Rinaudo per le fotografie sempre meravigliose)

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