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lunedì 23 febbraio 2015

Chi disprezza vuol comprare

Chi disprezza vuol comprare mi sembrava un detto piuttosto discutibile.
Insomma disprezzare esprime un’implacabile distanza, accidenti.
Poi ho preso a intuire tanta invidia dietro certe forme di critica. A considerare le volte in cui l’indignazione per le raccomandazioni cessava nel momento esatto in cui l’indignato poteva goderne. E infine proprio a toccare quella cosa lì ovvero l’acquisto della situazione disprezzata.
Che in linea di pensiero la logica è schifare qualcosa per farne crollare il prezzo -e poi zac fare l’affare- o per indurre il proprietario all’istinto di lusingarci e farci cambiare idea.
Circoli più o meno tortuosi tra i quali si piazza anche la buona offerta a chi disprezza in modo da tacitarlo o condurlo a più miti posizioni.
Già, tutto un do ut des. Tattiche, strategie e affini. Conditi con abbondanza di proclami di onestà intellettuale. Tutti integerrimi, i disprezzatori. Fino a parere contrario!
La volpe disprezza l’uva solo se non arriva a prenderla, ecco. Appena può se ne fa una bella scorpacciata, alla faccia del cattivo gusto che diceva avesse.
In realtà quelli fedeli alle parole sono gli stupidi che rimangono a bocca asciutta. Che vita difficile…

Cosa devo fare, farmi volpe?

2 commenti:

  1. ci sono pure le volpi golose d'uva e serene nel loro dire, a sè stesse e al mondo, che bello sarebbe se potessi afferrarla....
    ;-) prish

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