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lunedì 6 aprile 2015

E' qui la festa

E’ qui la festa. Nel luogo esatto in cui non si celebra. Si, proprio dove non va in scena lo spettacolo. Nel divenire assorto in altro, nella trama dei respiri che pensano a persone, cose, fatti. Dove non c’è dolce e non c’è ballo. Dove già che vi sia pace e non guerra è gioia enorme.
L’ansia dell’evento è un fardello che non si addice a spalle deboli. E, d’altra parte, c’è un altrove che non può neanche degnare di uno sguardo la baldoria. Ha un altro passo o è attorcigliato su un tormento o non ha ali per volare e calici da alzare.
Non è sempre male, no. Talvolta è più autentico. Crudo, forse. Ma di quella crudezza che onora la realtà, non inventa illusioni, non maschera tristezze. Se ne sta a braccetto con la verità, quale che sia, comunque vada. In un prato immaginario di chissà quale primavera, sotto la coltre di neve in montagna o in una casetta di città col cielo grigio.
A Pasquetta si riflette su questo. Sul pic nic mancato. Che è un po’ come la vita. Una ciambella che non riesce sempre con il buco. Su quelli che non hanno in mente neanche bene cosa possa essere, un pic nic. Sulla beatitudine di chi non ha bisogno di ricorrenze, perché un sorriso in qualche modo lo tira fuori dal cassetto della buona volontà. Su tutto il bailamme che nasconde anche quello che dovrebbe stare solo e sempre alla luce del sole. Su quella forza cieca che si chiama speranza. E su quel tesoro che è l’umiltà di acconciarsi ai giorni così come vengono…

Un po’ necessità, un po’ virtù.

2 commenti:

  1. La riflessione mi piace molto perché in essa ritrovo considerazioni che faccio sovente. La speranza è una forza, soprattutto se si unisce all'umiltà di una resilienza spesso necessaria.

    Ti abbraccio.
    P.

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    Risposte
    1. Eh P. tu ed io siamo spesso sulla stessa lunghezza d'onda...e questo mi piace molto!
      Ricambio l'abbraccio

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