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giovedì 21 maggio 2015

Il bicchiere mezzo pieno

Ci sono persone che nascono dotate, di pensiero positivo.
Sono quelle peraltro che non lo perdono, mai. Pur avversate o affaticate dalla vita. Anzi, sono quelle che ne elargiscono un po’ anche agli altri: in sorrisi, generosità, presenza.
Sono uomini e donne dotate di senso dell’umorismo, pazienza, saggezza, umiltà. Godono delle piccole cose, non drammatizzano oltre il naturale, reagiscono con energia. Sono persone belle. Già, perché l’interiorità si dipinge pure sui volti, si spalma nei gesti, si distende nei passi.
Il guaio è per gli altri. Quelli del bicchiere mezzo vuoto. Perennemente insoddisfatti, cupi e pessimisti. Quelli che non si accontentano, mai. Sono uomini e donne parchi di entusiasmo, chiusi a riccio in elaborazioni complicate. Spesso vili, gretti, egoisti. Talvolta semplicemente fragili e tristi.
La speranza migliore che l’umanità possa coltivare è quella che si possa apprendere e abbracciare, il pensiero positivo. Che si possa combattere il cinico destino che ha dato natali alla sfiducia o al catastrofismo, insomma.
Ne avremmo da guadagnarci tutti, con il bicchiere mezzo pieno.
E non è certo questione di ingenuità o superficialità. Macché.

La vita è quella che è e, come le rose, non può nascere e morire senza spine. Però è del tutto inutile, per non dire gravemente dannoso e controproducente, sprofondare nel buio. Il sole qualche volta è lì, alto in cielo, sarebbe terribile non vederlo e anche smettere di credere che, prima o poi, possa fare capolino.

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